Una delle aziende agricole cernuschesi

Il no agli organismi geneticamente modificati arriva in maniera bipartisan dai banchi della maggioranza e dell’opposizione. Due soli pollici versi del Pd e alcune astensioni

04 Aprile 2014

Cernusco si autodichiara un territorio libero dagli Ogm, gli organismi geneticamente modificati. Lo ha deciso il consiglio comunale lunedì sera approvando a maggioranza una mozione della Lega Nord che sta facendo il giro dei parlamentini locali e che martedì è approdata anche al Pirellone ma è stata rinviata. In soldoni i rappresentanti del Carroccio chiedono agli enti locali che si attivino per un fronte del no agli Ogm, in modo che il Parlamento europeo possa dare la possibilità ad ogni stato membro di decidere se introdurre o meno nelle proprie coltivazioni sementi geneticamente modificate sulle quali la comunità scientifica mondiale non si è ancora espressa riguardo un’eventuale pericolosità. «Attualmente in Europa gli Ogm vengono coltivati in Spagna, Portogallo, Repubblica Ceca, Slovacchia e Romania» ha spiegato in aula Spinelli il capogruppo della Lega, Cristian Mandelli. «Solo Francia, Germania, Lussemburgo, Austria, Ungheria, Grecia e Polonia hanno adottato la clausola di salvaguardia che permette a un paese membro dell’Unione di limitare o vietare temporaneamente l’uso o la vendita di prodotti Ogm se considerati rischiosi per la salute o l’ambiente. Non l’Italia». Per Mandelli e la Lega «la diffusione di coltivazioni Ogm potrebbe determinare profondi cambiamenti nella nostra agricoltura con pericoli non solo dal punto di vista della sicurezza ambientale e alimentare, ma anche con la possibilità di perdita della nostre originalità e peculiarità». La mozione, poi approvata, ha travato l’appoggio bipartisan di alcuni rappresentanti del Pd, di Vivere, di Sinistra per Cernusco, dell’M5S e di Forza Italia. A favore anche il sindaco Comincini: «Questo documento è in linea con la tutela del territorio che ci siamo prefissi. Il rischio che i prodotti Ogm colpiscano quelli autoctoni è reale». Mariangela Mariani, capogruppo di Vivere, ha ricordato la sensibilità da sempre presente nella storia trentennale della lista civica verso la salvaguardia di un certo tipo di agricoltura, mentre Danilo Radaelli, capogruppo di Sinistra per Cernusco, dicendosi distante anni luce dalle posizioni della Lega, riconosce punti comuni quando l’argomento è la difesa dell’agricoltura. Diverse le astensioni e due pollici versi di Pietro Melzi e Daniele Mandrini del Pd. Simili le motivazioni. «In campo agricolo e zootecnico sono un fermo sostenitore della tutela della biodiversità, culture estensive e km-zero» spiega Mandrini. «Ritengo però che vietare le colture Ogm non sia la soluzione per un reale incentivo a questo tipo di sistema. Gli Ogm si propongono come alternativa a produzioni intensive, ad alta resa produttiva, che richiedono ampio uso di prodotti chimici contro insetti e parassiti e che si basano su sementi ibride già fornite da multinazionali. Sono quindi sistemi agricoli molto differenti che seguono binari paralleli. Uno non esclude l’altro».  

Alessandro Ferrari