L'ospedale Uboldo

Il primo cittadino, preoccupato per il futuro, attende segnali e riscontri da parte della politica, delle istituzioni e dei cittadini

27 Settembre 2013

Il sasso è stato lanciato, ora l’attesa è che qualcosa al di qua e al di là del naviglio si muova. L’Uboldo così come si presenta oggi «frutto di errori strategici negli anni Cinquanta, in un budello di via in centro città senza adeguati parcheggi, tra qualche anno non avrà più senso d’esistere, bisogna pensare a un nuovo ospedale». Questo il succo del discorso lanciato come ormai tradizione dalle pagine del suo blog dal sindaco Eugenio Comincini e già accennato un anno fa a in Folio. Lucida, apparentemente senza grinze e col contagiri, mentre al Pirellone si discute della riforma sanitaria lombarda, la sua disamina. «Lo sviluppo della città e di quelle limitrofe, i mutati bisogni sanitari degli abitanti, le nuove modalità organizzative della sanità pubblica, le esigenze di spending review, i risultati della ricerca e quindi delle risposte alle urgenze dei cittadini, da tempo mi interrogo se l’ospedale Uboldo possa essere ancora adeguato a tutto ciò. E non solo per l’oggi e il domani, ma anche e soprattutto per il dopodomani» scrive il primo cittadino. «La sua infelice collocazione, le strutture vecchie anche se in parte rimodernate, l’impossibilità di programmare alcun tipo di sviluppo per mancanza di spazi, mi hanno fatto riflettere sul da farsi. Immaginare che di qui a 10 anni la situazione sia la stessa mi preoccupa. Perché non potrà essere così e il “nostro” ospedale non avrà molto più senso di esistere». Nuove normative in materia sanitaria potrebbero tra qualche anno portare alla chiusura di alcuni reparti sia tra le corsie dell’Uboldo che in quelle di altri presidi della zona (Gorgonzola, Melzo e Cassano) facenti capo all’Azienda ospedaliera di Melegnano. Da qui la necessità secondo Comincini di iniziare almeno a parlare del futuro insieme ai vertici regionali della sanità e ai sindaci dei paesi limitrofi, guardando oltre e «abbandonando le posizioni di sola difesa del campanile, per affrontare questa sfida e definire nel medio termine le scelte che produrranno un rinnovamento positivo della sanità pubblica della zona. Bisogna cominciare a ragionare seriamente di un nuovo, grande e adeguato ospedale della Martesana in grado di offrire risposte appropriate». Dove costruirlo poco importa per Comincini. Servirebbe, però, un’area di 100mila metri quadri. «Sono certo che troveremo anche la collocazione migliore» conclude il sindaco, «da parte mia ho avviato alcuni primi contatti preliminari con le istituzioni superiori, ora attendo da ogni parte, partiti, associazioni, cittadini, segnali e riscontri a questa sollecitazione politica». Il sasso è lanciato.