Chiara Stoppa durante il suo monologo

In scena senza tabù temi come la malattia, la solitudine, la finanza e la droga

22 Febbraio 2013

Malattia, solitudine, finanza e droga. Sono i temi al centro dei quattro spettacoli teatrali made in Cernusco che da questa sera al 31 maggio si terranno alla Casa delle Arti alle 21 nell’ambito della rassegna teatrale “Indignarsi non basta”. Il via oggi (venerdì 22 febbraio) con “Il ritratto della salute” di Mattia Fabris e Chiara Stoppa. Lo spettacolo narra di una malattia vista attraverso gli occhi di una ragazza. È la stessa interprete a raccontare al pubblico la sua vera esperienza con una semplicità disarmante attraverso la quale dimostra come dalle terapie e dalla sofferenza si può anche parlare senza tabù guardandosi negli occhi. Il secondo appuntamento è in programma il 22 marzo con “La Molli-Divertimento alle spalle di Joyce”. Al centro dello spettacolo, messo in scena dalla cernuschese Arianna Scommegna per la regia di Gabriele Vacis, una donna che racconta in un monologo intenso, irrefrenabile, senza punteggiatura e senza fiato una vita di solitudine e insoddisfazione come fosse una partitura incompiuta. Il 20 aprile, invece, toccherà a “Finanza killer” con Fabrizio De Giovanni per la regia di Felice Cappa: un’occasione per riflettere sulla crisi in cui siamo immersi a livello mondiale, sulle responsabilità e sulle possibili via d’uscita. A chiudere la kermesse sarà “Stupefatto” di e con Fabrizio Di Giovanni, tratto dall’omonimo romanzo autobiografico di Enrico Comi. Lo spettacolo mette in scena le problematiche legate al mondo della droga e scardina alcuni luoghi comuni diffusi soprattutto tra i giovanissimi. Ovvero: «Smetto quando voglio», «la canna fa meno male delle sigarette» o ancora «lo faccio una volta sola giusto per provare». Dei quattro spettacoli, il cui biglietto d’ingresso è di 5 euro, i primi due saranno messi in scena dalla Compagnia Atir, gli altri dalla Compagnia Itineraria. “Indignarsi non basta” è un progetto che parte dal coinvolgimento di professionisti che lavorano in Italia e all’estero ma che vogliono costruire nella propria città un laboratorio culturale, a partire dal teatro. A maggio, proprio per questo, andranno in scena anche due spettacoli dell’associazione Ma Mi Mò’ che da tempo tiene in città corsi teatrali. Gli stessi studenti saranno coinvolti, prima di ogni spettacolo, in incontri con gli attori e registi per un confronto diretto. Da marzo l’idea dell’assessorato alle Culture condotto da Rita Zecchini, inoltre, è quella di svolgere questi incontri nei bar della città che daranno la propria disponibilità ad aprire i propri locali per un “caffè teatrale”, in modo da creare spazi culturali che coinvolgano più persone possibili. «La gente va a teatro se si sente protagonista» spiega Scommegna della Atir. «Il confronto con cinema e tv è schiacciante, ma il teatro crea relazioni. E chi fa teatro oggi ha il dovere e la fortuna di occuparsi della gente anche portando in scena argomenti di grande attualità che riguardano tutti da vicino».