21 Marzo 2021

Era nell’aria e adesso è ufficiale: il senatore Eugenio Comincini lascia Italia Viva e torna nelle fila del Pd. Un’avventura durata circa un anno e mezzo. Per spiegare le motivazioni del suo ripensamento,  l’ex sindaco di Cernusco, renziano fin dalle prime ore, ha scritto un post fiume che ha pubblicato sui social, partendo dal perché strappò dai democratici: “Seguire Matteo Renzi mi sembrò il modo di rimanere coerente al percorso politico che avevo fatto; lasciare il Pd per entrare in Italia Viva fu però una scelta dettata dalla convinzione che in quel momento si potesse e dovesse costruire, fuori dal Pd, una casa dei riformisti in grado di allargare il campo del centrosinistra”. E subito dopo passa ad analizzare l’attuale situazione politica nel Paese: “In poco più di un anno, a quella scelta sono seguiti noti avvenimenti che hanno stravolto completamente il quadro politico nazionale ed europeo. Sono stato eletto in un Parlamento a maggioranza sovranista e anti europeista, mi ritrovo oggi in quello stesso Parlamento che, con un largo consenso, vota la fiducia ad un Presidente del Consiglio il cui Governo risulta essere solidamente ancorato ai temi dell’europeismo e dell’atlantismo. Sono noti il disagio e il travaglio con il quale ho vissuto la crisi di governo. Ciò che qui rileva è il dato politico che da quella crisi è derivato: con la nascita del Governo Draghi tutti gli schieramenti e tutti i partiti stanno subendo cambiamenti. Nello schieramento dove mi sono sempre voluto collocare e riconoscere, il centrosinistra, Italia Viva oggi appare sospesa, non decisa su aspetti sui quali per me non può esserci confusione: affermare di essere alternativi ai populisti e ai sovranisti, in un quadro politico in profondo cambiamento, è una posizione a mio avviso debole. I campi politici, nonostante tutti i rimescolamenti, continuano ad essere due: il centrosinistra, imperniato sul Pd, e il centrodestra, imperniato sulla Lega. Non c’è una terza via: io oggi non vedo le condizioni perché possa nascere un soggetto centrista liberaldemocratico. Dirsi alternativi ai populisti e ai sovranisti rischia di generare isolamento o rischia di porsi selettivamente in entrambi i campi a seconda delle competizioni elettorali. Un’opzione che si scosta dall’ambizione iniziale di Italia Viva e che non mi interessa percorrere, poiché mi colloco convintamente nel centrosinistra”. Da qui la decisione di essere reintegrato nel Pd “da persona libera e con rispetto, consapevole che il mio rientro non muterà le sorti della politica nazionale, ma desideroso di contribuire a dar forza alle istanze riformiste, in un contenitore politico che riconosco ancora forte di una organizzazione e di comunità attive sui territori. Ritorno nel Pd senza etichette, con le mie idee e le mie convinzioni, ritorno nel partito che mi ha eletto e con il quale non ho mai smesso di collaborare, in modo rispettoso, in Parlamento come sui territori”. E chiude con i ringraziamenti nei confronti dei democratici e non solo: “Li ringrazio per l’accoglienza: non era affatto scontata dopo la mia scelta di un anno e mezzo fa. Nelle prossime ore formalizzerò la mia decisione alla presidente del Senato Casellati. E quindi riprenderò l’attività con il colleghi senatori con i quali avevo iniziato la legislatura. Ringrazio qui, dopo averlo fatto personalmente con ognuno di loro, i compagni di viaggio di Italia Viva a partire da Matteo Renzi”.