27 Gennaio 2023

Alla sua prima esperienza politica, è diventata assessore in quota Pd con la delega al Commercio, ma anche Attrattività Turistica, Comunicazione, Valorizzazione Beni Storici, Digitalizzazione e Servizi Civici. Lei è Paola Colombo, laureata in storia dell’arte con un master in economia del turismo,  e si occupa di comunicazione come responsabile marketing di case d’asta, attualmente in aspettativa, per dedicarsi con la massima attenzione al suo nuovo ruolo. Conosciamola meglio.
Venendo dal privato, come è stato il primo impatto con la macchina burocratica amministrativa?
«Forte e stimolante al tempo stesso. È davvero un altro mondo. La prima cosa che mi ha colpito sono state le tempistiche e gli iter decisionali. Ad agosto abbiamo parlato delle luminarie natalizie. Dopo il confronto con il dirigente pensavo fosse finita,  invece ho scoperto ci doveva essere la manifestazione di intenti, la delibera e altro. Però vorrei dire che apprezzo davvero tanto le persone che lavorano in Comune, gente di grande capacità, che porta avanti tanti progetti contemporaneamente».  
Ora si sente inserita in questo meccanismo?
«Diciamo che sto iniziando a entrare nelle sue dinamiche, ed è affascinante scoprire quanto lavoro ci sia dietro tantissime cose che potrebbero apparire banali e invece non lo sono per nulla».
Il suo battesimo è stato proprio con il “nostro” Soloperoggi. Com’è stato?
«Positivo. D’altronde è un progetto collaudato già da anni. Sono stata molto supportata dalla promotrice (Paola Scaglia, ndr), ma anche dalla parte amministrativa. Ed è stato il primo contatto forte che ho avuto con i commercianti. Relazionarsi con loro è stato molto importante per sciogliere il ghiaccio. E l’evento è andato alla grande, con la città che ha risposto benissimo. Grazie all’organizzazione e al meteo clemente, credo sia stata l’edizione di maggior successo, che ha espresso parecchia energia positiva».
In passato la delega al Commercio era nelle mani del sindaco Zacchetti, i negozianti non erano abituati ad avere un assessore come referente...
«In effetti, subito in molti mi hanno detto: “Finalmente abbiamo un assessore”, però bisognerebbe tenere presente tutti gli impegni e le responsabilità che ha un sindaco. Diciamo che sono una categoria complessa, che non vive di equilibri statici. Ho trovato molta somiglianza con il mio lavoro. I commercianti sono molto lucidi e capiscono se gli stai proponendo qualcosa che funziona, o meno. Sto parlando singolarmente con tutti loro, sono convinta che il dialogo e il confronto sia importante, e sto notando che c’è molta voglia di mettersi in gioco. Alla riunione che facemmo per presentare le iniziative di Natale, riempirono la sala consigliare».
E adesso arriva la sfida della Fiera di San Giuseppe; come si sta preparando?
«Manca un mese e mezzo, ma ci stiamo già pensando da tempo. Sarà la mia prima Fiera e voglio capire bene come funziona, sto studiando il sistema organizzativo. Devo ammettere che sono curiosa, visto che siamo davanti a un evento che catalizza tutte le energie comunali e quest’anno a maggior ragione, dato che è l’edizione numero 100. Fino al 19 marzo, Fiera di San Giuseppe sarà la mia parola d’ordine».
Immagino, però, che se ad agosto ragionate sulle luminarie natalizie, oggi ci sarà altre carne al fuoco, oltre alla Fiera, o sbaglio?
«Assolutamete sì. Stiamo già ragionando alle prossime due edizioni del Soloperoggi che si terranno una in primavera e l’altra dopo le vacanze estive. E poi vorrei riproporre la festa d’Autunno che quest’anno è andata davvero bene».
Ci sarà anche qualche sorpresa?
«Per il momento posso solo dire che quest’estate potrebbe esserci un grosso evento che andrà a coinvolgere dei livelli alti. E poi siamo al lavoro per allestire in tempi brevi il bando che metterà in circolo i 200mila euro dei fondi regionali che saranno dedicati al commercio».
E il lavoro di giunta come procede? Ho notato un certo feeling con l’assessorato alla Cultura gestito da Marco Erba.
«Con tutta la giunta c’è un ottimo feeling e con Marco ci siamo dati subito obiettivi comuni. Le nostre deleghe hanno molti punti in comune che si vanno a intrecciare e la collaborazione sta funzionando. Lui è molto attento alla distribuzione delle proposte su tutto il territorio e stiamo studiando delle iniziative che siano modelli itineranti. È chiaro che piazza Unità d’Italia e piazza Matteotti avranno sempre attrazioni, ma vogliamo ragionare sul rendere protagonisti anche i centri più esterni di Cernusco».
Spostandoci sull’altro lato della “barricata”, come sono, invece, i rapporti con i consiglieri d’opposizione?
«Io sono nuova e quindi devo instaurare ancora delle relazioni vere e proprie, però devo dire che i consiglieri di minoranza sono molto preparati e questo lo trovo stimolante. Il mio augurio è che, nel rispetto delle reciproche posizioni, si possa instaurare un rapporto di collaborazione e dialogo. Si possono avere opinioni differenti, ma non per questo non ci si deve parlare. L’obiettivo è fare il bene della città, quindi non serve la corsa a mettere il cappello sopra i singoli risultati. Porto come esempio la mozione sui seggi elettorali da spostare dalle scuole. Avevamo già iniziato a ragionarci anche noi, poi con i tanti impegni l’avevamo un attimo accantonato. Ecco, in questo caso ci hanno permesso di ricordarci che è una priorità».
Tra le sue deleghe c’è anche quella della Attrattività Turistica. Spendiamo qualche parola?
«Certamente. Dobbiamo pensare di costruire un’offerta differente rispetto a quella che propone Milano, che va comunque sempre presa come stimolo».
Come?
«Ad esempio valorizzando la mobilità lenta. Di materiale per rendere Cernusco attrazione c’è, abbiamo anche la metropolitana che può portare gente in città. E poi dobbiamo studiare progetti che rendano partecipi anche i commercianti».
E torniamo alla sua delega forse più popolare.
«Ma non è un caso. Le deleghe che mi sono state assegnate hanno più collegamenti di quanto si possa pensare e insieme possono rendere Cernusco più attrattiva, in primo luogo verso i Comuni limitrofi, ma non solo. Sicuramente ci sono dei passi da fare e alcune situazioni da sbloccare, ma il patrimonio storico di Cernusco è importante e dobbiamo valorizzarlo».
Non a caso nelle sue mani c’è anche la delega della Valorizzazione dei Beni Storici, e il cerchio si chiude.
«Esatto. Istintivamente viene facile pensare a Villa Alari (ha fatto parte anche del Comitato Villa Alari, ndr) ma non è solo a lei che mi riferisco. Penso ad esempio alla Filanda, alle cascine, anche se sono dei privati e quindi ci sarebbe da fare un discorso diverso, ma anche alla valorizzazione dell’ambiente, inteso come paesaggio. Le bellezze sul territorio ci sono. Storia, paesaggi e territorio agricolo che sono presenti sull’asse della Martesana possono diventare un’alternativa rispetto alle proposte di Milano».