10 Novembre 2017

Una straordinaria combinazione di opposti, che incanta e impressiona al tempo stesso. Potrebbe essere definita così “La spaventosa bellezza”, prima mostra pittorica ad opera della cernuschese Valeria Vaccaro. Classe 1980, madre di due bambini e restauratrice di libri antichi, i suoi acquarelli sono stati esposti al pubblico lo scorso 28 ottobre presso l’area festa di Villa Fiorita. Sulle tele, di varie dimensioni, grossi animali marini e orchidee che si fondono in una sorta di abbraccio, dove a colpire sono la cura del dettaglio e il contrasto tra luci e ombre. «Da ragazzina passavo ore a disegnare, copiando o inventando, mi dilettavo tra alberi, fiori, foglie e soggetti femminili» racconta Valeria. «Ma è da poco che ho ripreso in mano questa mia passione, per la precisione due anni fa, conoscendo per caso il grande acquarellista e naturalista Lorenzo Dotti e seguendolo a Capraia, per un corso di pittura en plein». Un’ esperienza meravigliosa, che permette alla donna di imparare la tecnica dell’acquarello, ma anche di lasciarsi andare e osservare la natura nelle sue mille sfaccettature. «Amo disegnare dal vivo,  riportare sulla tela la realtà così com’è, ma nel profondo ho sempre desiderato dare sfogo a una parte di me più fantasiosa e surreale» continua Valeria. «Così ho pensato di riprodurre animali del mondo subacqueo che mi spaventano nella vita reale, ma che trovo da sempre molto affascinanti, lasciandomi ispirare dalle fotografie dell’artista giapponese Nobuyoshi Araki e in generale dall’arte orientale, spesso onirica e così attenta ai dettagli. Dopo Capraia, ho iniziato a dipingere polipi, guardando su internet le foto scattate dai sub, e subito mi sono detta: perché non associare queste creature terrificanti alla delicatezza di un fiore?». Le orchidee, proprio per il loro aspetto etereo e delicato, saranno infatti al centro delle sue opere, accanto ai mostri marini. Un contrasto particolare, esaltato dallo sfondo giallo che ricorda i vecchi erbari e da quello della penna a china o “rapido” in grado di rendere al meglio ogni singolo dettaglio. Ed è proprio l’amore per il particolare che da sempre caratterizza l’artista cernuschese: una precisione innata che la porta, dopo il liceo, a frequentare una scuola di restauro in provincia di Brescia. «Ho studiato materie scientifiche, come la chimica e la biologia, approfondendo la tecnica del restauro cartaceo e della rilegatura» spiega Valeria. «Tutte cose che mi interessano e che oggi utilizzo per il mio lavoro, ma che sicuramente non danno molto spazio alla fantasia. Ecco perché sono davvero fiera delle mie nuove creazioni: a prescindere dal risultato, è come se per la prima volta avessi fatto quello che sentivo dentro. Il fatto che poi sia stata creata addirittura una vera e propria esposizione è qualcosa che mi lusinga e che ancora fatico a realizzare». Belle o non belle, le prime opere di Valeria hanno suscitato un oggettivo interesse. Tra conoscenti e amici, che l’hanno spronata a realizzare la mostra, ma anche nel pubblico presente all’inaugurazione. «Mentre dipingevo non sapevo bene perché lo stessi facendo o cosa volessero rappresentare i vari soggetti, gli esseri mostruosi da un lato e le creature fragili dall’altro. Ma ora penso di poter dire che attraverso la loro fusione, ho voluto dire che tutto è possibile, che ogni strada è aperta, nella natura come nella vita». E in effetti lo stesso percorso artistico di Valeria si sta rivelando, oltre che appagante, piuttosto eclettico. Basti pensare al suo recente interesse per l’attività degli “Urban Sketchers” (un gruppo, il cui intento è innalzare il valore artistico, narrativo ed educativo del disegno sul posto) con i quali ogni mese si ritrova a dipingere dal vivo la fauna urbana milanese.
Francesca Lavezzari