Il cacciabombardiere F35
22 Giugno 2012

No ai caccia bombardieri F35 che il governo ha in programma di acquistare. Anche il consiglio comunale di Cernusco esprime la sua contrarietà alla decisione, datata 2002, di comprare 131 aerei supersonici denominati Joint Strike Fighter al costo di 15 miliardi di euro più spese di utilizzo e manutenzione stimabili attorno ai 40 miliardi. La sorpresa è che il benestare di dare mandato al sindaco e alla giunta di farsi promotori per conto della città di questo “no” sia stato praticamente unanime con la sola eccezione di Claudio Keller (Pdl) e con la Lega Nord che attraverso il capogruppo Cristian Mandelli ha chiesto anche il ritiro dell’esercito italiano dalle missioni militari all’estero. La mozione è stata portata in aula martedì sera da Sinistra per Cernusco. Nel documento, presentato da Danilo Radaelli, si legge: «Questi F35 sono un’arma da guerra con capacità di trasporto di ordigni nucleari ,quindi palesemente in contrasto sia con l’articolo 11 della Costituzione italiana, che con la Carta dell’Onu. Anche secondo il Pentagono l’aereo deve ancora risolvere numerosi problemi tecnici mentre continuano a levitare i suoi costi». Nella mozione si fa accenno anche al finanziamento per la Difesa nel 2012 : «Il nostro Paese spenderà 23 miliardi di euro collocandosi al decimo posto al mondo per spese militari». Il voto finale impegna il sindaco a intervenire chiedendo a Governo e Parlamento di non procedere all’acquisto dei caccia e di utilizzare le risorse per investire nella scuola pubblica, nella sanità, nel riassetto idrogeologico del territorio e nei settori legati all’innovazione e alla ricerca di energie rinnovabili e della mobilità sostenibile. Dal capogruppo di Vivere Cernusco, Mariangela Mariani, è arrivata anche la richiesta affinché il primo cittadino si attivi scrivendo una lettera, analoga nei contenuti a quella del sindaco di Milano Pisapia, al Ministro della Difesa, chiedendo che qualora il Governo decidesse di recedere dall’acquisto dei caccia, il risparmio venga messo a disposizione degli enti locali per opere di pubblica utilità.