24 Novembre 2023

Risale al 2021 il murale che era stato dipinto tra via Don Milani e via Don Sturzo in onore di Abba e Willy, due ragazzi entrambi vittime di crimini razzisti. Abdul Salam Guibre, conosciuto da tutti come Abba, era un giovane cernuschese, ucciso nel 2008, a soli 19 anni; uguale sorte è poi toccata 12 anni dopo al 21enne Willy Monteiro Duarte, originario di Colleferro. Per far sì che il loro ricordo venisse conservato, e con esso un messaggio di stop alla violenza e all’odio, il Comune di Cernusco aveva infatti promosso la realizzazione di questo murale, ormai diventato parte dell’iconografia cittadina.
Gli sguardi più attenti, però, avranno notato che da qualche giorno non c’è più nessun muro dipinto nella via vicino a quella che era casa di Abba. Questo perché, a seguito di un lungo ragionamento, si è deciso di collocare il nuovo asilo nido di Cernusco, finanziato con i fondi del PNRR, proprio in quell’area, rendendo necessario l’abbattimento del muro. Solo di quello fatto di mattoni e cemento, però: non certo di quello fatto di speranze, rabbia e memoria.
Infatti, martedì scorso si è tenuto un simbolico passaggio delle consegne e porzioni del muro abbattuto sono state conferite ai ragazzi del consiglio comunale dei ragazzi e delle ragazze e ai membri del Centro aggregazione giovanile Labirinto, punto di ritrovo del giovane Abba. La cerimonia si è svolta alla presenza dell’assessore alle Pari Opportunità Debora Comito e dell’assessore ai Lavori Pubblici Alessandro Galbiati, che hanno sottolineato l’importanza di quel momento non solo per la famiglia e gli amici di Abba e Willy, ma anche per l’intera comunità e soprattutto per le nuove generazioni.
«Ad oggi il muro è stato abbattuto» ha dichiarato Comito «ma rimane un simbolo e non vogliamo che il suo significato possa mai morire, perciò ne consegniamo una sua parte a giovani del Ccrr e del Cag e al suo posto sarà costruito il nuovo asilo. Questo momento è come un ponte che lega il prima e il dopo dei servizi che riguardano i giovani nel loro passaggio dall’essere piccoli a grandi».
Così, un muro, concetto che nella storia ha significato soprattutto separazione, diventa invece sinonimo di inclusione e continuità; diventa un testimone della continua rinascita di una comunità, dei suoi desideri di pace e delle speranze che sono custodite dalle nuove generazioni. Non solo simbolicamente, ma anche fisicamente, dal momento che i ragazzi dell’istituto Levi Montalcini si sono proprio portati a casa un frammento di quel muro, con l’invito dell’assessore Galbiati: «Facciamo tesoro della storia e dell’attualità».
I membri del Cag Labirinto invece, oltre a un pezzo del murale, hanno anche guadagnato l’onore e onere di ricostruirlo in un’altra sede, che probabilmente sarà localizzata nei giardini delle case Aler, proprio vicino a dove abitava Abba. Anche loro, nella figura del referente Matteo Sorice, hanno speso qualche parola per ricordare l’amico: «Nel 2008 tutta la cittadinanza si era mobilitata e c’era stata una manifestazione in piazza Unità d’Italia per ribadire vicinanza alla famiglia di Abba e alla sua comunità. Oggi è con grande emozione che ricordiamo un amico e prendiamo questo simbolo per dire di no alla violenza di ogni tipo». L’impegno del Cag proseguirà quindi nella realizzazione di un nuovo murale, che verosimilmente raffigurerà i volti di entrambi i ragazzi, in modo da essere ancora più pregno di significato. Ma non è finita qui, perché il suo obiettivo si estende, appunto, al rifiuto degli abusi di tutti i generi. Perciò, domani, 25 novembre, in occasione della Giornata contro la violenza sulle donne, i suoi membri si ritroveranno per la riqualificazione dello spazio antistante al murale arcobaleno disegnato sulle barriere metalliche protettive del ponte di via da Vinci. «Ci sarà un laboratorio artistico» spiega Sorice «e chiunque è invitato a partecipare, in modo che tutti possano lasciare il proprio segno contro ogni forma di violenza».
Chiara Valnegri