Il campetto nei giardini di via Buonarroti

Canestri e porte praticamente ovunque sono senza maglie. Unica eccezione in via Don Sturzo, ma qui sono le cartacce a tenere in mano il pallino del gioco

19 Ottobre 2012

Il classico gol che gonfia la rete, o la versione cestistica del tiro a ciuf o a ciuffo, nei tanti campetti pubblici della città restano un bel sogno: manca la materia prima. Uniche eccezioni, che in questo caso non confermano la regola, i terreni da gioco all’interno dei giardini di via Don Sturzo. Siamo andati a fare un giro fotografando lo stato di fatto dei tanti campi da calcio e da pallacanestro all’aperto a disposizione dei cernuschesi. Più ombre che luci il risultato. Niente di sconvolgente, intendiamoci. Sempre meglio che fare i pali con le giacche delle tute. Ma in alcuni casi qualche aggiustatina la si potrebbe anche dare. Il viaggio al centro del pallone comincia da via Cavour. Fischio d’inizio, dal centralissimo campo da calcio davanti al parcheggio multipiano. Erba alta e pali arrugginiti, oltre alla mancanza delle reti, sono le magagne che saltano subito all’occhio. Stesso discorso lo si può fare trasferendoci al campetto di via Porta a fianco del cimitero. Qui, a discapito del nome della strada, proprio in una delle due porte sporge un pericoloso palo esattamente sotto al “sette” e l’assenza di una recinzione alle spalle dell’altra creerà certamente problemi di vicinato quando la palla, che sia gol o meno, va in home run, ossia fuori dal campo. Oltre a questo, difensori ed esterni potrebbero avere i loro problemi a macinare gioco su una delle fasce interessata da un sentierino d’attraversamento. Anche il play ground di via Giordano ha visto tempi migliori. Ai canestri mancano le retine e lo striscione dell’Adidas appeso alla recinzione si rifiuta di dare il proprio sostegno afflosciandosi su se stesso. A Ronco, al parco di via Fornace, c’è chi gode di ottima salute: il campo da calcio con tanto di reti alle porte; e chi ha un febbrone da cavallo: il campetto da basket. In questo ultimo caso uno dei tabelloni è rimasto orfano del ferro, mentre il fratello più fortunato non ha la retina. Il terreno da gioco, poi, in asfalto grezzo, si sta sgretolando e le righe sono diventate ormai un ricordo lontano. Affacciati dai palazzi delle Aler di via Don Sturzo, invece, si può godere di un parchetto appena rifatto. Qui, come anticipato, alle porte e ai canestri ci sono le reti e i giocatori di basket sanno dov’è la lunetta e la linea per il tiro da tre punti. Peccato per le cartacce gettate a terra, le lattine, i pacchetti di sigarette e i mozziconi che sparsi un po’ ovunque invadono campo e “tribune”. Anche i quattro canestri dei campetti lungo il naviglio hanno avuto in passato maggior gloria. Uno solo ha la retina. Ma non durerà ancora a lungo visto che è già strappata in più punti. Maglie intrecciate mancanti anche sui terreni sportivi lungo via Buonarroti. E ad avere bisogno di un lifting, qui, ci sono anche i due tavoli da ping pong che si stanno sgretolando. Spending review permettendo, naturalmente.

Alessandro Ferrari