27 Marzo 2015

È una bocciatura quella che arriva dal terzo rapporto di Assolombarda sulla “fiscalità locale nei territori di Milano, Lodi e Monza Brianza”. Perché dai dati diffusi venerdì scorso dall’Associazione che raccoglie in Lombardia 5mila imprese,  risulta che la città non è per nulla attrattiva dal punto di vista delle imposte per una nuova azienda che volesse accasarsi sulle sponde della Martesana. «Il rapporto analizza la pressione fiscale esercitata dai principali comuni dell’area milanese, prendendo in considerazione e mettendo a confronto negli anni i valori delle imposte gravanti sugli immobili d’impresa quali l’Imu, la Tasi, la tassa sui rifiuti, gli oneri di urbanizzazione e, per quanto riguarda le persone fisiche, l’addizionale Irpef» spiegano nella nota di presentazione da Assolombarda. «Le imposte locali, insieme ai collegamenti infrastrutturali, ai servizi pubblici, ai prezzi e alla qualità degli immobili e al contesto produttivo circostante, sono uno dei fattori che l’impresa prende in considerazione prima di effettuare un investimento in un nuovo territorio. Un’iniziativa, quindi, che consente di fornire una rappresentazione d’insieme dell’impatto della fiscalità locale sulle attività produttive e di mettere a disposizione delle amministrazioni comunali uno strumento utile a orientare le proprie scelte su una materia decisiva per la vita delle aziende e per l’attrattività del territorio». Per confrontare il peso dell’imposizione fiscale nei singoli comuni Assolombarda ha ipotizzato due “imprese tipo” proprietarie di un capannone industriale e di un ufficio, localizzati in contesti territoriali analoghi, calcolando i valori di ciascun tributo che queste aziende avrebbero dovuto pagare nel 2014. Per ogni singola imposta relativa al 2014 è stata fatta una graduatoria dei comuni, partendo da quello con maggiore onere tributario per arrivare a quello più virtuoso. Poi una classifica complessiva, derivante delle somme da pagare per tutti i tributi. Scorrendo l’elenco di quest’ultima, Cernusco è nelle prime posizioni, decima su 86 comuni esaminati (con almeno 10mila abitanti e mille imprese). E per una volta, appunto, non è un bene visto che Milano, prima, rappresenta quella con la pressione fiscale massima. Tra i vicini di casa precedono nella lista Cologno Monzese (2°) e Carugate (7°) e seguono Peschiera Borromeo (12°), Pioltello (17°), Segrate (21°), Melzo (23°), Vimodrone (34°) e Cassina de’ Pecchi (35°). In Martesana, chi sta meglio sono Vignate (79°) e Rodano all’ultimo posto della lista (86°), per Assolombarda il paradiso per le imprese. Cernusco in un anno è passata dalla 51° posizione del 2012 alla 40° del 2013 alla 10° di quest’anno, segno di un cambio di tendenza nelle scelte politiche effettuate dall’amministrazione comunale in materia di tributi per le aziende. «Se agli estremi della classifica poco o nulla è cambiato, all’interno alcune amministrazioni hanno fatto grandi spostamenti verso posizioni più virtuose o meno virtuose» spiega nel rapporto Assolombarda. «Due comuni si sono spostati significativamente verso il basso di almeno 10 posizioni: Sant’Angelo Lodigiano e Bareggio. Spostamenti significativi verso l’alto sono stati invece registrati da 5 città: Cesano Maderno, Cernusco sul Naviglio, Corbetta, Cassina de’ Pecchi e Parabiago. Si confermano per un più basso peso del fisco locale le amministrazioni più piccole e più distanti da Milano, mentre come già rilevato gli scorsi anni, i comuni con il livello di pressione più alto sono quelli di grandi dimensioni e più vicini a Milano».