Un frame del video del Cag

Sempre sul tema tristemente d'attualità, l'Udi ha fatto prevenzione nelle scuole, mentre l'assessorato alle Pari Opportunità nei prossimi giorni srotolerà uno striscione sulla facciata di Villa Greppi con la scritta: «Stop al femminicidio»

31 Maggio 2013

Il premio lo hanno voluto dedicare a Fabiana Luzzi, la ragazza 16enne di Corigliano bruciata viva dal fidanzato, e a tutte le loro coetanee vittime di violenza. Il video “Tu mi fai girar”, realizzato dalle ragazze e dai ragazzi del Cag Labirinto, ha vinto il concorso “Rompere il silenzio - Stop alla violenza di genere”, organizzato dalla Provincia. Katia e Sara (nella foto), le giovani 16enni interpreti del cortometraggio, con gli amici hanno ritirato il riconoscimento martedì a Palazzo Isimbardi. Con loro anche Nico Acampora, il coordinatore del Centro di aggregazione giovanile di via don Sturzo, Simona Molon e Daniele Ferraris. Nel filmato crudo di un minuto e 17 secondi, protagoniste sono due bambole con la bocca tappata dal nastro adesivo, picchiate e abusate da mani maschili (di Joey e Pax). Al termine del corto, scandito da un pezzo heavy metal e sottotitolato “Chi ti ama non ti mena”, Katia e Sara, tolto lo scotch dalla bocca, espongono due cartelli: «Io non sono la tua bambola!» e «Stop alla violenza di genere». «Il messaggio lanciato è di speranza» spiega Acampora che ha già in programma un incontro allargato sul tema con i Cag della Martesana. Ma nel corso dell’anno anche nelle scuole cernuschesi si è fatta prevenzione contro la violenza sulle donne e, più in generale, contro bullismo e prevaricazione. A portare in classe il laboratorio “Altre relazioni sono possibili”, è stato l’Udi Donnedioggi grazie alla collaborazione dell’assessorato all’Educazione e Pari Opportunità condotto da Rita Zecchini. La 3D e la 3L della media Aldo Moro hanno incontrato in tre diverse occasioni Eleonora Cirant, responsabile del blog cernuscodonna.it, e Alessio Miceli, presidente dell’associazione Maschile Plurale. Gli alunni sono stati protagonisti delle loro stesse storie di scontri quotidiani: ad esempio i ragazzi che si contendono una fidanzatina, la gelosia tra due fratelli per l’attenzione dei genitori o casi reali di stalking. Scontri che non per forza sfociano nelle botte, ma che sono terreno fertile per atteggiamenti violenti futuri. Cirant e Miceli hanno spiegato come sia sempre possibile trovare soluzioni diverse allo scontro fisico. E l’escalation di violenza nei confronti delle donne ha fatto suonare un campanello d’allarme anche in Comune. L’assessore Zecchini nei prossimi giorni farà posizionare uno striscione sulla facciata di Villa Greppi con la scritta «Stop al femminicidio».