13 Gennaio 2017

A un anno dalla chiusura del reparto maternità dell’ospedale Uboldo, Gaetano Luvaro torna a farsi sentire. Dopo le manifestazioni in piazza e la raccolta di firme fin sotto al Pirellone, l’ex primario del reparto, nonché presidente del comitato “Salviamo la Maternità”, ha deciso infatti di scrivere una lettera al governatore della Regione, Roberto Maroni, chiedendo spiegazioni sul caso sanitario cernuschese che ancora oggi desta perplessità. Prima fra tutte, la soglia dei 500 parti l’anno (numero minimo previsto dalla legge per tenere in vita il reparto), raggiunta dall’Uboldo e non dal Santa Maria delle Stelle di Melzo dove, tuttavia, il punto nascite fu trasferito.
«Personalmente avevo assistito all’interrogazione presentata dalla consigliera regionale Maria Teresa Baldini in merito alla chiusura del sezione di Cernusco e francamente le risposte di chi ne ha decretato la sospensione non sono state per nulla soddisfacenti» si legge nella lettera di Luvaro. «Lei può darmi una risposta a distanza di un anno? Avevo depositato presso la sua segreteria e presso quella dell’assessore Mantovani ben 7.400 firme di cittadini contrari e in merito non ho mai avuto risposta». Ma non è finita qui: nella stessa missiva, l’ex primario ha fatto altresì notare al presidente della Regione che proprio la Lega Nord, ultimamente, si è impegnata nella raccolta di firme per evitare la chiusura di alcuni punti nascite lombardi con meno di 500 parti annuali. Insomma, davvero nessun pelo sulla lingua di Luvaro che, da un anno a questa parte, ha cercato di evidenziare in tutti i modi le contraddizioni di una riforma sanitaria che a suo dire «è più orientata a guadagnare una manciata di voti piuttosto che a salvaguardare la salute di una mamma e del suo nascituro».
Francesca Lavezzari