La chiesa di Ronco
12 Dicembre 2014

Il consiglio pastorale della Comunità di Nazaret giovedì scorso ha deciso: verranno eliminate una messa della vigilia e due festive. Succede anche nella cattolicissima Cernusco che la crisi di vocazioni sacerdotali porti a tagli simili. Una direzione che era nell’aria già da tempo e di cui ora dalla parrocchia vengono chiariti i dettagli. Il criterio seguito per eliminare questa o quell’altra messa è stato quello della minor presenza di fedeli. Dal prossimo 10 gennaio, quindi, non sarà più celebrata l’eucaristia del sabato (ore 20.30) nella chiesa della Madonna del Divin Pianto e da domenica 11 gennaio, e nelle altre festività infrasettimanali, saranno eliminate le messe delle 7.30 in San Giuseppe Lavoratore e delle 9.15 a Ronco (in quest’ultimo caso rimane solo quella del sabato pomeriggio alle 18). In totale, quindi, resteranno attive 15 celebrazioni domenicali così come si legge nella comunicazione del portale della parrocchia: «Pur con questa riduzione è da tener presente che nella nostra città, alla domenica nelle tre chiese parrocchiali e negli altri luoghi di culto: santuario, chiesette dell’ospedale, del collegio delle suore Marcelline e del Soggiorno Biraghi, esclusa la chiesa del Villaggio Sant’Ambrogio dei Fatebenefratelli, si celebrano ben 15 messe. Questo significa che ognuno dei cinque sacerdoti attualmente disponibili deve celebrare almeno tre: ovvero il limite massimo fissato dalle norme canoniche. Se poi si considera che a volte succede che un prete sia impegnato fuori Cernusco in altre attività pastorali, si possono facilmente immaginare i problemi che si creano». Ma dalla chiesa fanno sapere che questa scelta potrebbe anche non essere definitiva e si dovrà ricorrere forse anche ad altri tagli, «perché un’ulteriore diminuzione dei sacerdoti della nostra Comunità pastorale porterebbe inevitabilmente a un’altra  riduzione di messe». Poi l’invito, mai più azzeccato, a non guardare solo al proprio campanile: «Come già evidenziato nella riunione di novembre del consiglio pastorale, è importante ricordare che la necessità di ridurre il numero delle celebrazioni non dipende soltanto da un’esigenza pratica e può diventare occasione, se vissuta con l’animo corretto, di uscire dalle proprie esigenze personali e di vivere più intensamente la dimensione comunitaria che è presupposta e sostenuta dalla stessa celebrazione dell’eucaristia».
Alessandro Ferrari