Mauro Aimi in aula consigliare

«Non ci interessano soldi o posti di potere». «Il risultato ottenuto non mi ha per nulla sorpreso». «I nostri voti in città sono triplicati. Vuol dire che la gente ha voluto premiarci»

15 Marzo 2013

È il primo esponente del Movimento 5 Stelle a sedere dietro i banchi del consiglio comunale cernuschese. Con lui abbiamo voluto analizzare l’exploit del grillini alle recenti elezioni, cercando di capire cosa succederà a livello nazionale, ma anche se ci saranno ripercussioni sul territorio. A rispondere è Mauro Aimi, 34 anni. Ci diamo del tu proprio per questioni anagrafiche.

Ti aspettavi un risultato così positivo del Movimento alle recenti elezioni?

«Assolutamente sì. Sul piano nazionale sapevamo che se le cose fossero andate male ci saremmo piazzati tra il 20 e il 25%; viceversa se le cose fossero andate bene, tra il 25 e il 30%. Sul piano locale, prima lombardo e poi cernuschese, le logiche in campo sono diverse, ma anche qui sappiamo di essere in crescita e che questa ascesa è costante. I numeri usciti dalle urne sono esattamente in linea con le nostre sensazioni».

In Regione, però, gli elettori hanno preferito dividersi tra Ambrosoli e Maroni. Non fa pensare che a livello nazionale il voto al M5S sia anche di protesta verso i partiti tradizionali?

«Fatico a capire la logica della domanda. Oggi chi pensa che il M5S sia solo voto di protesta è semplicemente in errore. Il 13.8% ottenuto da Silvana Carcano va visto nella logica, mio malgrado, di “voto utile”. Si è votato Ambrosoli per non far vincere Maroni. La Lombardia non è ancora pronta al cambiamento culturale che comporta il Movimento, ma è solo questione di tempo. Qui in Regione sono all’opera forze potenti, che hanno radici molto profonde nel territorio lombardo: qui la battaglia del M5S ha un sapore particolare».

Il voto emerso dalle urne cernuschesi ti ha soddisfatto?

«Sì. Abbiamo triplicato i consensi ed è un risultato meraviglioso che premia l’impegno e la costanza degli attivisti. Tutti sappiamo quanto sia difficile l’elettorato cernuschese».

Credi che questo risultato dovrebbe influenzare in qualche modo l’operato dell’amministrazione comunale?

«In parte sta già succedendo, ma ci aspettiamo che le cose cambino ulteriormente e che ci sia una maggior empatia delle istanze portate avanti dalla società civile e dal Movimento».

Favorevole a un’esperienza di governo a livello nazionale? E se sì, insieme a quali forze?

«Favorevole. Nel tempo vedremo cosa succederà. La nostra logica non è carrieristica; io ho il mio mandato e quando questo sarà portato a termine allora forse si parlerà di altri impegni. Ma solo allora. Non riesco a immaginare me stesso in altre forze politiche. Con il Movimento sono nato, politicamente parlando, e quando avremo raggiunto i nostri obiettivi, sarò felice di ritornarmene da dove sono venuto. Non è un segreto che il fine ultimo del M5S è quello di sciogliersi».

Cosa rispondi a chi sostiene che Beppe Grillo ha un atteggiamento dittatoriale?

«Grillo e Casaleggio sono personalità forti, ma mai in nessun modo hanno prevaricato le autonomie dei gruppi locali. Alcuni giorni fa hanno annunciato che qualora il Movimento avesse dato la fiducia al governo Pd se ne sarebbe andati, esattamente come potrei andarmene io o un qualsiasi attivista. Vi pare un atteggiamento dispotico? Non mi stuferò mai di ripeterlo: Grillo non è il Movimento 5 Stelle e prima si fa questa distinzione, prima si comprende il Movimento. Invito chiunque a partecipare a uno qualsiasi dei nostri incontri o di un altro gruppo locale. Bastano dieci minuti e anche un bambino si accorgerebbe d’esser circondato da persone coscienziose. Non siamo né fascisti né tantomeno comunisti. Siamo una cosa diversa».

Molti dicono che siete simili alla Lega quando mosse i primi passi. La tua riflessione?

«Non ho l’ampolla dell’acqua del Po. Non ho mai incontrato Borghezio. Non ho investito in Madagascar, né tantomeno mi sono laureato per corrispondenza. Non abbiamo pregiudicati e condizione essenziale è essere incensurati. Non ci sono capibastone e puntiamo alla meritocrazia. Siamo poveri e non vogliamo soldi. Prova a cercare le differenze». 

Sfera di cristallo: se si tornasse al voto cosa succederebbe? Fareste il pienone o un flop?

«Ovviamente si spera il pienone. I numeri e il trend giocano tutti a nostro favore. Vediamo cosa succederà, ma siamo “preoccupatamente fiduciosi”: abbiamo fiducia nel Movimento e siamo preoccupati perché sappiamo che molti cambiamenti sono in arrivo e, si sa, i cambiamenti sono critici, portano instabilità. Ma è la fiducia che muove le nostre azioni perché sappiamo che l’instabilità porterà a una rinascita». 

Un’ultima cosa: una volta nella stanza dei bottoni romani cosa ti fa pensare che non vi adeguerete alle logiche attuali e i vostri parlamentari non si faranno risucchiare dal sistema dei benefici e vantaggi che ora denunciate?

«Il voto dei portavoce del Movimento è il risultato di un’espressione della base di mille e più persone. Dovranno corrompere quei mille che controllano il singolo che è in Parlamento. A questo aggiungo che siamo tutte persone semplici, ma non siamo stupide o impreparate, e qui non c’è nulla da corrompere. Prova a comprare uno che non ha come scopo il guadagno di soldi. Infine le nostre attività, che hanno soli pochi anni e sono numericamente ben più rilevanti di chi è presente sulla scena da molto più tempo, stanno dimostrando il contrario. Anche qui a Cernusco. Andate a vedere cosa abbiamo fatto noi con un solo consigliere rispetto ad altre forze con più rappresentanti magari anche più esperti. Dopotutto è passato poco meno di un anno ed è evidente in che misura influenziamo la vita politica locale. Perché mi pare indiscutibile che sia così».

Roberto Pegorini