Tre volenterose cittadine

Il 17 aprile dovrebbe tornare l'acqua nel naviglio Martesana

11 Aprile 2014

Non c’è solo la protezione civile impegnata a salvare gli anatroccoli del naviglio lasciati col becco asciutto dai lavori di consolidamento degli argini eseguiti dal Consorzio Villoresi, ma anche e soprattutto numerosi volonterosi cittadini. Ed è una vera e propria mobilitazione di cernuschesi che in questi giorni, in particolare nei tratti della Martesana antistanti i parchi degli Alpini e dei Germani, vanno a dissetare i cuccioli e le loro mamme. Anche dopo aver creato delle vere e proprie vasche con alcuni teli per evitare che l’acqua evapori in poche ore. Domenica pomeriggio sono stati i volontari della protezione civile locale, coordinati da Silvio Ginesi, a portare con le autobotti un po’ di sollievo agli anatroccoli. Un’operazione che verrà riproposta anche questo sabato. Ma non basta. Allora ci pensano i cittadini. Ed è grazie al loro intervento se oggi i tanti piccoli nati nelle ultime settimane sono sopravvissuti. Qualcuno addirittura nei giorni scorsi è sceso nel letto del naviglio, in asciutta da più di un mese (l’acqua dovrebbe tornare il 17 aprile), facendo in modo che anatroccoli e i loro genitori raggiungessero le oasi create appositamente per loro. Mercoledì mattina, autorizzati da Villa Greppi, alcune persone hanno anche attaccato un tubo alla fontanella del parco degli Alpini creando una grossa pozzanghera. Ma l’asciutta prolungata, che offre la possibilità a chiunque di spingersi facilmente all’interno del canale, sta creando anche altri pericoli alle anatre, non solo quelli legati alla fame e alla sete. Alcuni cernuschesi attenti in questi giorni alla sorte dei giovani pennuti, ne segnala anche la sparizione. Ben cinque di una cucciolata di undici nella notte tra martedì e mercoledì. Probabile che qualcuno sospinto dal morso della fame se ne approfitti per mettere qualcosa sotto i denti, così come avvenuto nei primi giorni dalla chiusura dei rubinetti dall’Adda, quando vennero avvistate alcune persone uccidere a bastonate i pesci rimasti agonizzanti nelle pozzanghere per poi insacchettarli e portarli via. La domanda che tutti si fanno comunque è perché chi di dovere, in questo caso il Consorzio che gestisce i navigli milanesi, non abbia pianificato meglio questo intervento che si è prolungato più del dovuto e proprio in concomitanza con il periodo di schiusa delle uova.