I vigili al mercato

Il comandante della polizia locale, Silverio Pavesi, conferma il massimo sostegno all’agente

27 Settembre 2013

Insultato e minacciato di morte solamente perché «persona capace e scrupolosa nel compiere il proprio lavoro». A entrare nel mirino di un anonimo scrittore, è un agente della polizia locale che nei giorni scorsi ha ricevuto una lettera dove gli veniva intimato di piantarla ad essere così meticoloso. «Se continui così ti tagliamo la gola», la frase sicuramente più preoccupante. E una seconda missiva è giunta al comandante Silverio Pavesi, carica di insulti nei confronti dello stesso agente. Un episodio certamente inquietante che viene fermamente condannato da Pavesi: «Un atto intimidatorio vergognoso che ci porta ad essere ancora più scrupolosi nel nostro operato. Il vigile raggiunto da queste gravi minacce e da una serie di insulti irripetibili, si occupa in maniera encomiabile prevalentemente di attività di accertamenti che riguardano casi di evasione tributaria. Un compito delicato visto che questo talvolta lo porta a far emergere situazioni disdicevoli come lavori in nero o affitti pagati sottobanco. Inoltre quando è di servizio in strada ha una particolare sensibilità verso le persone diversamente abili e verso i loro diritti che talvolta vengono calpestati. Probabilmente a qualcuno non piace la sua serietà e professionalità e forse è rimasto coinvolto in prima persona. A nome di tutto il comando vorrei esprimergli assoluto sostegno e solidarietà». Le due lettere sono state fatte pervenire all’ufficio protocollo del Comune. «L’agente in questione non viene mai nominato» prosegue il comandante dei ghisa. «Ma per fare capire a chi sono rivolte le minacce, ha usato il suo numero di matricola. Questo non significa necessariamente che è una persona raggiunta da qualche sanzione. Qualsiasi atto ufficiale, ad esempio anche il diniego di una richiesta, viene vidimata con il numero di matricola». Quel che appare certo è che la polizia locale non intende fare cadere la cosa nel dimenticatoio. Da qualche giorno alcuni agenti hanno iniziato una serie di indagini per vedere di riuscire a risalire al responsabile. Il punto di partenza è il timbro postale. «Stiamo cercando di capire chi possa essere arrivato a tanto» conclude Pavesi. «Vorremmo individuarlo o almeno conoscere quale atto compiuto dal mio agente possa essere stato considerato così grave da portare qualcuno a compiere un tale gesto». Solidarietà all’agente è arrivata anche dall’amministrazione comunale.