11 Aprile 2014

I provvedimenti racchiusi nel bilancio di previsione vengono naturalmente applauditi dai partiti di maggioranza. Per Daniele Pozzi, segretario cittadino del Pd, «obiettivo raggiunto», ovvero «garantire il mantenimento dei servizi, erogati, prevedere investimenti, senza chiedere più soldi ai cittadini. Un’operazione possibile anche grazie alla scelta di attenuare soprattutto la reintroduzione dell’imposta sulla prima casa con un uso straordinario degli oneri di urbanizzazione. Una scelta non facile, dove ha prevalso la volontà di andare incontro ai cittadini in questa situazione di schizofrenia della tassazione rispetto al principio cardine di questa amministrazione di non usare gli oneri per finanziare la spesa corrente». Discorso simile per Mariangela Mariani di Vivere Cernusco che guarda al futuro: «Crediamo che i cittadini abbiano rinnovato la loro fiducia a questa amministrazione perché, con la similitudine del buon padre di famiglia che il nostro sindaco ama ricordare, ha mostrato di saper gestire la città con prudenza e, nello stesso tempo, con lungimiranza. Siamo convinti che sia ancora questa la linea da seguire». Per Danilo Radaelli di Sinistra per Cernusco «i provvedimenti di finanza pubblica locale adottati porteranno a tariffe dei servizi a domanda individuale sostanzialmente invariate e alla conferma di quelli essenziali». Pollice verso dall’opposizione. Per Mauro Aimi portavoce del M5S «questo bilancio pare allungare un brodo di cose programmate ma mai portate a termine. Ci sono molti spot com’è nello stile renziano. Mentre il palazzo sta crollando noi ci occupiamo di sistemare l’intonaco». Claudio Gargantini di Persona e Città punta i riflettori sulla scuola per motivare il suo no: «Il polo scolastico nuovo ancora non costruito di cui si parla dal 2007 è l’esempio del fallimento politico di questa amministrazione. Una politica che parla tramite atti di fede che poi non traduce in atti concreti». Cristian Mandelli della Lega contesta la Tasi, «una tassa sbagliata che a Cernusco vale 3,2 milioni, ovvero il flusso di denaro che uscirà dalle casse di Villa Greppi per sostenere il fondo di solidarietà di comuni che hanno sperperato le loro risorse. Da normativa si poteva azzerare».