Andrea Galimberti, 27 anni di Pioltello

In questi giorni pre elettorali Andrea, Paolo e Pietro sono stati molto presenti a Cernusco. In piazza Matteotti il sabato, ma anche il mercoledì tra le bancarelle del mercato di via Buonarroti. A portarli a braccetto nella vita cittadina sono rispettivamente l’ex assessore Gaviraghi, Vivere Cernusco e il sindaco Comincini

15 Febbraio 2013

Di seguito le tre interviste ad Andrea Galimberti (Udc), Paolo Micheli (Patto Civico per Ambrosoli) e Pietro Bussolati (Pd).

 

«Priorità al lavoro, turismo e cultura»

È il più giovane dei tre, ma non è certamente un novellino della politica. Andrea Galimberti, 27 anni, è in corsa per l’Udc a sostegno di Gabriele Albertini. Residente nella vicina Pioltello, è laureato in Scienze Storiche e attualmente è impiegato amministrativo presso un istituto paritario di Milano. La sua vita politica inizia nel 2007, eletto nel consiglio comunale della sua città come rappresentante della lista civica Giovani per Pioltello. Nel 2011 è stato rieletto, questa volta anche con l’appoggio dell’Udc. Anche a Cernusco è molto conosciuto e apprezzato e in questi giorni è stato sempre presente il sabato in piazza Matteotti a fianco del suo sponsor locale, l’ex assessore Lorenzo Gaviraghi.  

Parliamo della Martesana. Quali problemi da affrontare e risolvere?

«Il lavoro certamente. È nostra intenzione sostenere un meccanismo di incentivazione per le aziende che assumono, con un incremento delle risorse per l’apprendistato». 

Cosa lascia in eredità il governo Formigoni? 

«Una regione con i conti in regola, ma anche tanti scandali. Gli ultimi due anni di governo lasciano una grave crisi etica e morale. Serve un nuovo rinascimento che deve partire dall’etica del servizio».

Perché Albertini?

«Albertini rappresenta il buongoverno, la responsabilità, la capacità di interpretare il cambiamento senza stravolgere ciò che di buono è stato fatto in tutti questi anni». 

Perché Galimberti?

«Perché sono una persona semplice, un ragazzo del territorio che ha fatto esperienza amministrativa nel proprio comune. Vivo la politica come servizio cercando di essere sempre disponibile al dialogo, senza mai dimenticarmi i valori e i principi che sento forti e saldi dentro di me».

I tuoi amici dicono di te...

«Due cose: come faccio a stare dietro a tutto: lavoro, politica, sport, famiglia, fidanzata, amici. La seconda: vai avanti, noi ti sosteniamo, siamo con te, e soprattutto rimani sempre te stesso. Non ho intenzione di deludere nessuno, perché come diceva Montanelli, potrò anche perdere tante battaglie, ma non intendo perdere quella che ingaggio ogni mattina davanti allo specchio».

I tuoi avversari politici dicono di te...

«Che sono uno tenace, che non molla, capace di convincere, ma difficile da convincere».

Costi della politica. Favorevole a dimezzarti (o anche più) l’indennità di 12mila euro mensile e rinunciare alla diaria?

«Ho imparato dai miei genitori che i soldi non rappresentano l’obiettivo cui tendere. Lavoro come impiegato in una scuola paritaria, pur essendo laureato in Scienze Storiche, a 1.100 euro al mese. Non avrei problemi a dimezzarmi lo stipendio». 

Berlusconi in pensione e la Lega Nord travolta dagli scandali. Notizie di soli due mesi fa. Poi cosa è successo?

«Il potere li ha riavvicinati. Del resto sia l’alleanza Pdl-Lega, sia quella Pd-Sel, non rappresentano nulla di nuovo». 

Le battaglie che intendi portare avanti una volta eletto.

«La priorità come ho detto in precedenza è il lavoro. Credo in un forte rilancio del nostro sistema agricolo, ma anche del turismo e della cultura. Altra questione prioritaria è la famiglia: forme variabili di “quoziente famigliare” potranno essere un concreto aiuto per rilanciare la natalità e soprattutto sostenere quella che è la spina dorsale della società lombarda e italiana».

Qual è l’avversario più temibile?

«Il non voto. Ma ho fiducia che i lombardi sapranno sfruttare al meglio il voto di preferenza, per premiare chi ha lavorato sul territorio».

Siete tutti e tre giovani, cosa si può fare per combattere la disoccupazione soprattutto tra i ragazzi?

«Smetterla di illudere i giovani e parlare chiaro. Serve un vero rilancio delle scuole regionali di formazione, dall’artigianato all’agricoltura passando per la meccanica e la stampa».

Alessandro Ferrari

 

«La viabilità è il problema da risolvere in Martesana» 

Paolo Micheli ha 38 anni, vive a Segrate, ed è in corsa per la lista Lombardia per Ambrosoli-Patto Civico. Laureato in Relazioni Pubbliche è manager in casa Mediaset. Politicamente parlando la sua avventura inizia nel 2010 quando dopo aver creato dal nulla la lista civica Segrate Nostra ne diventa il capogruppo in consiglio comunale raccogliendo il favore di 1.450 suoi concittadini stanchi dei partiti tradizionali e di inciuci tra Pdl e Pd. Da quel momento le sue battaglie ambientaliste contro il consumo del suolo e contro l’amministrazione guidata dal sindaco Adriano Alessandrini (ex Pdl) diventano il pane della sua vita quotidiana. Capo scout e renziano doc, è stato il braccio destro del sindaco Eugenio Comincini durante le primarie del centrosinistra mettendosi in luce nel gotha della politica milanese. Non essendo uomo di partito, ma provenendo dalla società civile, al suo fianco in città c’è Vivere Cernusco. Nessuna indicazione di voto precisa, come nello stile di Vivere, ma un ammiccamento dettato dal nuovo coordinamento “Cives” di liste civiche della Martesana di cui anche Segrate Nostra fa parte.

Parliamo della Martesana. Quali problemi da affrontare e risolvere?

«La viabilità. Con la Cassanese e la Rivoltana che stanno diventando lo sbocco su Milano della Brebremi, si devono temere ricadute anche sulla Padana Superiore. Poi il trasporto pubblico, da rendere più efficiente per migliorare il traffico. Quindi la sanità: ridurre le liste d’attesa e migliorare i pronto soccorso».

Cosa lascia in eredità il governo Formigoni?

«L’amministrazione di una bella e ricca regione come la Lombardia screditata da episodi di malgoverno. Una tristezza».

Perché Ambrosoli?

«È l’alternativa soprattutto come qualità umane. È un uomo libero, non deve niente a nessuno ed è attendibile perché nessun altro ha la sua storia e la sua credibilità».

Perché Micheli?

«Perché sono l’unico rappresentante della Martesana che è stato scelto dallo stesso Ambrosoli nella sua lista Patto Civico.  Chi crede in Ambrosoli può credere in me. E per chi stima Matteo Renzi, perché insieme al sindaco Eugenio Comincini ci siamo impegnati allo spasimo per sostenerlo alle primarie qui a Milano».

I tuoi amici dicono di te...

«Per quanto riguarda la politica, che la faccio sorridendo».

I tuoi avversari politici dicono di te...

«Si lamentano per quanto sono combattivo».

Costi della politica. Favorevole a dimezzarti (o anche più) l’indennità di 12mila euro mensile e rinunciare alla diaria?

«Ambrosoli ridurrà l’indennità dei consiglieri a meno di un terzo dell’attuale. E noi candidati della sua lista, inoltre, ci siamo impegnati a rinunciare ai rimborsi. Come ha detto Umberto, è un segnale di rispetto per la crisi che stanno vivendo le famiglie».

Berlusconi in pensione e la Lega Nord travolta dagli scandali. Notizie di soli due mesi fa. Poi cosa è successo?

«Matteo Renzi lo aveva avvertito: a far campagne elettorali Berlusconi è bravissimo. Ma Ambrosoli ce la farà».

Le battaglie che intende portare avanti una volta eletto.

«Per prima cosa per la trasparenza e contro gli sprechi della politica. È la base su cui costruire con credibilità tutto il resto. Poi migliorare il trasporto pubblico perché diminuisca quello privato. Una grande rete di piste ciclabili. Eliminare dalla sanità l’affiliazione politica per ridarle efficienza».

Qual è l’avversario più temibile?

«Il disgusto per la politica soprattutto tra giovani e giovanissimi».

Siete tutti e tre giovani, cosa si può fare per combattere la disoccupazione soprattutto tra i ragazzi?

«Bisogna incentivare la nuova imprenditoria, soprattutto quella giovanile favorendo chi assume. E poi rilanciare la formazione professionale».

 

«Trasparenza, i cittadini la reclamano»

Pietro Bussolati può vantare l’endorsement del sindaco Comincini e quello dei Giovani Democratici locali nella sua rincorsa al Pirellone. Un lasciapassare che visto il recente risultato del Pd in città vale più di mille parole. Trent’anni, nato e cresciuto a Milano, dal 2011 è segretario di 02PD, il più grande circolo meneghino del Partito democratico. Laureato in Economia attualmente lavora in Eni. 

Parliamo della Martesana. Quali problemi da affrontare e risolvere?

«Il lavoro. La crisi ha colpito duramente il polo industriale molto sviluppato in Martesana con la chiusura di importanti aziende come Rapisarda a Cernusco e Nokia Siemens a Cassina, che ha comportato la perdita di centinaia di posti di lavoro. In secondo luogo, c’è la questione mobilità: il tratto della linea MM2 oltre i confini di Milano presenta stazioni fatiscenti e servizi non adeguati all’enorme bacino d’utenza».

Cosa lascia in eredità il governo Formigoni? 

«Un sistema di clientele e di rendite di potere molto pericoloso e difficile da scardinare. Ne abbiamo visto gli effetti anche qui. È di Cassina de’ Pecchi l’ex assessore regionale che ha pagato voti alla ’ndrangheta. Azioni e modi di fare politica come questi sono inaccettabili e vanno combattuti con la buona politica di Ambrosoli».

Perché Ambrosoli? 

«Una persona competente che ha deciso di spendersi per la politica. Una figura di garanzia per una gestione della Regione limpida ed efficiente».

Perché Bussolati? 

«Per rompere con il passato è necessario metterci la faccia. Ho maturato delle competenze nel mondo dei servizi pubblici locali, in particolare energia, trasporti e ambiente, e promuovo una campagna completamente trasparente e lontana dalle correnti».

I tuoi amici dicono di te… 

«Che ho i capelli sempre più bianchi, ma che nonostante questo, sono appassionato e coraggioso».

I tuoi avversari politici… 

«Quando incontro esponenti di altre forze politiche, riconoscono che ho buone idee. Peccato che in 17 anni e mezzo di governo non ne abbiano attuata una».

Costi della politica. Favorevole a dimezzarti (o anche più) l’indennità di 12mila euro mensile?

«Voterò a favore di qualsiasi proposta di riduzione delle indennità perché ritengo che i consiglieri regionali percepiscano uno stipendio eccessivo se paragonato a quello di sindaci e amministratori locali».

Berlusconi in pensione e la Lega Nord travolta dagli scandali. Notizie di soli due mesi fa. Poi cosa è successo? 

«Non credo che i cittadini cadano nei trucchetti di Pdl e Lega, che hanno anteposto i propri interessi a quelli del Paese. Maroni non è diverso da Bossi: dopo aver entrambi annunciato che non si sarebbero più alleati con Berlusconi, hanno oggi rinnovato l’unione per mero interesse elettorale».

Le battaglie che intende portare avanti una volta eletto. 

«Prima di tutto la trasparenza: la prima cosa che chiedono i cittadini di qualsiasi regione è l’onestà dei propri rappresentanti. Per questo mi impegno a pubblicare sul mio sito qualsiasi rimborso dovessi chiedere e a far sì che si individuino regole chiare e stringenti sull’utilizzo dei fondi destinati ai gruppi. Poi il tema della mobilità che va affrontato con un’azione regionale che impatti sull’intera area metropolitana».

L’avversario più temibile? 

«Il qualunquismo. In una crisi senza precedenti, sia economica che sociale, le risposte sono da trovare nelle riforme e nel pragmatismo. Oggi più che mai è importante che il voto premi chi si impegna sul territorio e porta in politica competenze e proposte».

Siete tutti e tre giovani, cosa si può fare per combattere la disoccupazione tra i ragazzi? 

«Investire nella formazione. I nuovi fondi sociali europei hanno la formazione come capitolo di spesa centrale. Dobbiamo al più presto recuperarli per promuovere formazione e istruzione di qualità».