21 Febbraio 2020

Prosegue tra gli studenti della Martesana l’insegnamento di Roberto Camerani, antifascista cernuschese che nel 1943 venne arrestato dai tedeschi e deportato nei campi di Mauthausen e di Ebensee. Sopravvissuto a quella terribile esperienza, da allora fu testimone instancabile di quanto accadde nei campi di concentramento fino alla sua morte, il 20 luglio 2005.
Alla maniera di Camerani, infatti, l’assessore all’Educazione di Cernusco Nico Acampora racconta da anni quanto accadde in quei luoghi, accompagnando poi gli studenti nei posti dove la tragedia si consumò. «Siamo tutti d’accordo sul fatto che la memoria vada trasmessa» ha raccontato Acampora. «Ma vivere la storia, perché è questo quello che accade durante i viaggi, permette agli studenti di provare sulla propria pelle quanto successe, di emozionarsi e commuoversi e di non dimenticare mai più quel dolore, trasmettendolo a loro volta». La scorsa settimana, dal 12 al 14 febbraio, 60 studenti delle classi terze medie hanno avuto l’opportunità di fare questa esperienza, visitando il campo di sterminio di Mauthausen. Prima di partire sono stati preparati, con i racconti in aula e le drammatizzazioni. «I ragazzi vengono già toccati così» ha spiegato la docente di lettere Alessia Pantò, che insieme ad altri insegnanti ed educatori ha accompagnato i giovani in quella che non può essere semplicemente definita una gita. «Ma per quanto possano essere istruiti, non saranno mai abbastanza preparati a quello che gli aspetta. Appena arrivano a Mathausen, la prima cosa che fanno è appoggiare le mani sulle pietre del muro di cinta. Da quel momento, è come se entrassero mente e corpo nella storia. Ogni anno, ci fermiamo davanti al memoriale fatto costruire dal nostro Paese, l’Italia, e noi docenti parliamo, offrendo ai ragazzi occasioni di riflessione. Quest’anno alcuni insegnanti si sono commossi e hanno fatto commuovere anche i ragazzi. Nei testi che hanno realizzato dopo, in cui hanno raccontato della loro esperienza, hanno spiegato che non avrebbero mai pensato che questo accadesse. Si tratta di un momento davvero intenso, tanto è vero che tutti alla fine lo consiglierebbero. Nessuno mi ha mai detto di essere stato traumatizzato o altro, ma ha sempre raccontato di aver provato emozioni forti che non dimenticherà mai. Tanto più che il viaggio ha effetti benefici anche sul gruppo, sul rapporto docenti e alunni, e sulla percezione che i ragazzi hanno dei reali problemi».
Concetti ribaditi anche da Acampora: «L’esperienza è da maestra molto più di tanto altro. E questo vale in qualsiasi materia e argomento. Per esempio: quest’anno alcuni studenti di terza partiranno alla volta di Palermo, per toccare con mano i luoghi che hanno riguardato le vicende legate a Borsellino. Si tratta di un progetto legato all’educazione alla legalità. A Cernusco nei prossimi mesi verrà a farci visita Salvatore Borsellino, fratello di Paolo. E comunque siamo convinti che il miglior modo per educare, sia quello di far vivere in prima persona certe situazioni. Ancora una volta l’esperienza insegna ed è di accompagnamento alle lezioni cattedratiche».
Eleonora D’Errico