Graciela e Elena (da destra). Codazzi (a sinistra)

Roberto Codazzi, fondatore di ColorEsperanza, associazione promotrice del progetto, è soddisfatto per l’aiuto concreto che stanno dando agli amici dominicani anche grazie all’appoggio del Comune di Cernusco

08 Marzo 2013

È il terzo step del progetto “Nessun@ è esclus@” voluto dall’associazione cernuschese ColorEsperanza per sostenere “Atencion a la Diversidad”, un centro per adolescenti in difficoltà nella provincia di Salcedo a Santo Domingo. Dopo essere stati nell’isola caraibica e aver portato un sostegno concreto agli insegnanti e ai familiari dei “niños” disabili anche con corsi di formazione, è arrivato il momento del confronto e dello scambio di pratiche educative. Per questo motivo Elena, direttrice del centro, e Graciela, psicopedagoga, nei giorni scorsi sono volate in Italia. Nessuna vacanza, sia chiaro, ma solo tantissima voglia di capire come funzionano certi meccanismi nel nostro Paese e provare a comprendere se possono applicarsi anche nel loro. Le abbiamo incontrate nella sede della cooperativa sociale “Il Melograno”, di Segrate, dove le due donne hanno raccolto informazioni e portato le loro testimonianze. «Un confronto molto utile» ha sintetizzato Alberto Pavasini del Melograno. Presenti anche Silvia Pallavera e Marika Vercesi del progetto “Camminando con la disabilità”, di Cassina de’ Pecchi, oltre a Roberto Codazzi, fondatore di ColorEsperanza. «Il nostro centro è nato nel 2007  grazie all’interesse di Jaime David Fernandez Mirabal, ex vicepresidente della nostra repubblica nonché medico psichiatra ed originario proprio di Salcedo. Lui ha voluto impegnarsi in prima persona» spiegano Elena e Graciela. «E siamo l’unica realtà di questo tipo nel Paese. Stiamo imparando che da voi l’organizzazione verso i bambini con disabilità fisiche o psicologiche è in uno stato molto avanzato. A Santo Domingo questi ragazzini non hanno alcun diritto, non vengono considerati. Addirittura spesso sono le stesse famiglie che li tengono nascosti e non li iscrivono neppure all’anagrafe. Noi siamo nati per cambiare le cose e ci stiano provando anche grazie al vostro aiuto». Il Centro de Atencion a la Diversidad inizialmente ha ottenuto delle sovvenzioni statali, con cui vengono pagati gli stipendi di chi opera al suo interno. Poi, con il passare del tempo, ha avuto aiuto anche da altre associazioni. «Lo Stato ci ha fornito anche la struttura» proseguono le due donne, «ma la formazione della nostra equipe viene sovvenzionata principalmente da alcune istituzioni private e tra queste c’è proprio ColorEsperanza che dobbiamo ringraziare vivamente». Questo progetto, che recentemente ha ricevuto anche i complimenti del Ministro dell’Istruzione dominicano, attualmente si occupa di 400 ragazzi sotto i 16 anni e di alcuni più grandi con problemi di dislessia. Nel centro opera un gruppo interdisciplinare formato da 7 persone, più altri 11 componenti che si occupano di un progetto parallelo volto a sostenere i ragazzi fuori dagli orari scolastici. «Quando uno dei nostri ragazzi arrivano in età scolare» spiegano ancora le due educatrici, «anche un nostro responsabile sta in aula con lui. Ma tecnicamente non è come da voi, non è l’insegnante di sostegno. Stiamo il tempo necessario per dare supporto alla maestra e capire come deve trattare il bambino. Dopodiché toccherà soltanto a lei gestirlo». Altra differenza sostanziale che hanno riscontrato è come da noi si cerca di risolvere anche gli eventuali problemi sociali, mentre da loro c’è un approccio più fisico: «Se abbiamo un ragazzino iperattivo tendiamo a trattarlo con i farmaci, i cosiddetti calmanti. Vorremmo, invece, riuscire a portare anche da noi i vostri metodi di gestione. Per questo poter fare un’esperienza positiva come questa è importante. In Italia stiamo imparando tanto su come affrontate in maniera adeguata la disabilità». Molto soddisfatto di questa iniziativa (che andrà avanti fino a Pasqua, momento in cui le due donne faranno ritorno a Santo Domingo) anche Roberto Codazzi: «La cosa positiva del progetto “Nessun@ è esclus@” è che ci permette di lavorare direttamente con le istituzioni locali e sappiamo che questo potrà avere effetti positivi per tutta l’isola, non solo per la provincia di Salcedo. Un processo generativo a cascata che è il vero motore della nostra iniziativa. Questa cooperazione è finanziata dal Comune di Cernusco e da fondi nostri, oltre che dall’ufficio tecnico provinciale di Salcedo che coordina i servizi sociali locali». Nei prossimi giorni il calendario degli incontri che Elena e Graciela avranno nelle scuole cernuschesi, ma non solo, sarà fitto. E prima di riattraversare l’Atlantico facendo ritorno nella loro isola per cercare di rendere concreta l’esperienza vissuta, si fermeranno quattro giorni in Spagna, vicino a Siviglia, per avere un contatto anche con la realtà iberica, naturalmente affrontando sempre i temi della disabilità.

Roberto Pegorini