15 Ottobre 2020

Orgogliosamente monzese doc, dove abita (in provincia di Monza Brianza, come ci tiene a precisare, scherzando ma non troppo), ma cernuschese d’adozione, visto che qui ci lavora dal 1993. Sposato e padre di 2 figli, Massimo Paris subentra a Silverio Pavesi nel ruolo di comandante della polizia locale. Arrivato in città 27 anni fa, ha fatto tutta la trafila, prima agente, poi sottoufficiale e ufficiale, e ora ha raggiunto il massimo vertice.

Quando le hanno proposto di diventare comandante della polizia locale, cosa ha pensato?

«Sinceramente non me l’aspettavo. Sono stato l’ultimo a presentare la candidatura, dopo averci riflettuto a lungo, visto che sarebbe stato un impegno non indifferente. Quando mi hanno detto che ero stato selezionato, ho provato una grande soddisfazione, ma anche un comprensibile timore visto che sono davanti a una grande sfida. Prendo in mano il Comando in un momento davvero delicato per tanti motivi».

A proposito, che comando eredita?

«Un ottimo Comando e questa è davvero una fortuna. Chi mi ha preceduto ha fatto davvero un ottimo lavoro. Da Pavesi ho imparato tanto».

Volevo chiederglielo più avanti, ma a questo punto anticipo la domanda: vuole dire qualcosa a Pavesi?

«Non posso fare altro che ringraziarlo. Professionalmente mi ha fatto crescere e, mi ripeto ma è giusto, mi ha insegnato tantissime cose. E poi c’è un altro aspetto che vorrei sottolineare: mi ha fatto riscoprire il piacere del lavoro. L’entusiasmo stava un po’ calando, ma lui è riuscito a motivarmi».

Vale per tutto il corpo, immagino...

«Questa sarebbe una domanda da rivolgere ai miei uomini, ma presumo sia stato così anche per loro».  Come accennava prima, questo è un momento particolarmente delicato: subentrare in un ruolo così importante, in piena emergenza sanitaria, non è proprio una passeggiata...

«Già, è davvero una situazione complicata. La vicenda del Covid ci richiede uno sforzo ulteriore, ma non è la sola. Diciamo che tra l’emergenza sanitaria, il problema di un organico ridotto e l’arrivo in città del Giro d’Italia, che richiede  un’applicazione e un’attenzione notevole, il mio è proprio un battesimo di fuoco».

Si sente un po’ sotto pressione?

«Oggi è il primo giorno che sorrido. Ho faticato a dormire per parecchie notti, pensando  a come riorganizzare tutto. Diciamo che ora mi sto riprendendo, confortato anche da altri comandanti dei Comuni limitrofi che mi hanno spiegato come l’inizio sia stato così un po’ per tutti loro».

Lei è sempre stato un ghisa da strada. Come pensa sarà trovarsi dietro una scrivania per la maggior parte del tempo? Le mancherà l’azione?

«Non solo mi mancherà, ma non ho intenzione di rinunciarvi completamente. Ho, infatti, chiesto all’amministrazione di sgravarmi da alcune incombenze perché vorrei essere presente in strada con i miei uomini, non abbandonare del tutto le vecchie abitudini. Ad esempio, con i giovani stiamo approntando il progetto “Scuola sicura 2020” e lo sto seguendo in prima persona, vado anche io agli incontri con i ragazzi».

Le farà strano trovarsi a comandare persone che fino al giorno prima erano al suo stesso livello e, immagino, con alcuni di loro anche amico?

«Se il problema è quello di un’eccessiva confidenza, non credo proprio. Confido nella professionalità dei miei colleghi. Possiamo tranquillamente restare amici, ma il rispetto dei ruoli sono certo non verrà mai meno. In fondo siamo tutti mossi da un obiettivo comune, quello di portare avanti la sfida che ci attende e di essere al servizio della città».

Pensa di dare un’impronta particolare al suo mandato oppure  seguirà la strada già tracciata dal suo predecessore?

«In questo momento credo sia giusto seguire il percorso che ha tracciato Silverio Pavesi, magari cercando di organizzare il Comando in base al numero di uomini a disposizione. Più avanti vedremo se ci sarà la possibilità di cambiare qualcosa, ma ora mi pare prematuro».

Lei sarà anche al comando della protezione civile. Ha già incontrato i volontari?

«Non ancora, ma credo proprio che non ci sarà alcun problema. Con Villa, il loro coordinatore, ho un buon rapporto e abbiamo già collaborato. Sono certo continuerà a essere così».

A questo punto, visto che è stata accennata più volte, veniamo alla nota dolente: siamo davanti a un organico risicato o sbaglio?

«Al momento siamo in 21, compreso il sottoscritto. Recentemente sono andati via 6 uomini, un altro andrà via il prossimo mese e un altro ancora a dicembre. Così rischiamo di rimanere in 19. I numeri parlano chiaro: dovremo per forza di cose rivedere il turno serale (attualmente dura fino a mezzanotte, ndr), almeno durante la settimana, cercando di tenerlo vivo nel weekend».

Possibilità di rimpiazzare gli uomini andati via con nuove assunzioni?

«Purtroppo non nell’immediato. Chi vince un concorso si dimette, ma per  6 mesi, il classico periodo di prova, ha diritto a mantenere la possibilità di ritornare. Solamente dopo che sarà trascorso questo tempo potrà essere sostituito, di fatto finalmente rimpolpando l’organico».