La richiesta all’Asl di avviare un’indagine epidemiologica dà il via all’iter. Comincini: «La riunione dimostra che la questione non è una fantasia del sottoscritto»

11 Ottobre 2013

Qualcosa sull’Uboldo bis si sta già muovendo. L’assemblea dei sindaci dell’Asl Milano 2 si è riunita lunedì per discutere anche del tema dell’ospedale unico della Martesana. Argomento caldo in città lanciato un paio di settimane fa dal sindaco Comincini. Il vertice dà modo così al primo cittadino di rispondere anche a chi lo accusava di vendere solo fumo e niente arrosto. «La riunione dimostra che la questione non è una fantasia del sottoscritto» commenta Comincini. «La discussione è stata ampia e franca. Sono intervenuti tutti i sindaci delle città che ospitano presidi ospedalieri all’interno dell’Asl: Cassano, Gorgonzola, Melzo, Vaprio e Vizzolo, oltre naturalmente a Cernusco e ad altri primi cittadini sensibili al tema. Poi i direttori generali dell’Azienda ospedaliera e dell’Asl. Pur con qualche distinguo non si è potuto che concordare che restare fermi nella posizione attuale rischia di deteriorare nel tempo la qualità dell’offerta sanitaria pubblica della nostra zona». L’assemblea ha deciso di far eseguire all’Asl un’indagine epidemiologica sul territorio per verificare i dati che potrebbero suffragare la tesi dell’unico ospedale, e programmato una sorta di iter d’avvicinamento alla decisione finale. «Sulla base di questa indagine» prosegue il sindaco, «se darà indicazioni utili, si procederà a scrivere un atto di indirizzo nel quale chiedere: che si proceda al riassetto dei cinque ospedali di zona avviando le procedure per lo studio di fattibilità di una nuova unica struttura di terzo livello; che si consideri al parziale riutilizzo dei presidi esistenti per ospitare servizi socio-sanitari, mentre si ipotizzi la valorizzazione delle strutture non più riutilizzabili a tale fine. Il documento sarà sottoposto al voto dell’assemblea dei sindaci e poi a quello dei consigli comunali delle città della Martesana. Queste delibere saranno inviate al presidente della Regione perché si possa aprire un confronto. È chiaro che si dovrà fare anche un raffronto di merito tra spese e funzioni erogate, mettendo in comparazione quelle attualmente sostenute per i cinque ospedali esistenti e quelle ipotizzabili con l’avvio di un nuovo e unico nosocomio». Al termine Comincini si dice soddisfatto: «Quanto avevo scritto, frutto delle riflessioni e del lavoro condotto nei mesi scorsi, ha trovato pieno accoglimento fra i colleghi e i dirigenti dell’Ao e dell’Asl. È evidente che questa partita non può che essere nelle mani dei sindaci e dei territori. Se attendiamo che sia la Regione a venirci a dire che ci farà un bel regalino, passeranno ancora molti anni e non sarà cambiato nulla. Anzi, il cambiamento ci sarebbe: ma in peggio, perché le condizioni nelle quale si opererà nei prossimi anni giocano a sfavore di ospedali di dimensione ridotte. La partita è iniziata. A nome di Cernusco ho intenzione di giocarla fino in fondo, consapevole che ci saranno tante difficoltà e che gli attori in campo sono numerosi. Ma vale la pena fare lo sforzo e tentare di disegnare un nuovo assetto ospedaliero che possa meglio garantire la salute dei cittadini».