Arnaldo Brusatti mostra dei rifiuti abbandonati illegalmente
14 Dicembre 2012

Si definisce uno«spazzino dei campi», ma Arnaldo Brusetti è molto di più. È un amico della natura, uno sportivo (con 20mila chilometri all’anno macinati in bicicletta), un apicultore, un imbalsamatore e un profondo conoscitore della flora e della fauna cernuschese. Che cerca, a modo suo, di preservare. Anche rimboccandosi le maniche come fa da una decina d’anni a questa parte andando alla ricerca di discariche abusive nella zona a nord della città: tra cascina Torianetta, il Quagliodromo, il fontanile e la piattaforma ecologica di via Resegone. Ma il suo compito volontario non si limita all’individuazione dei rifiuti. Brusetti li recupera e poi li ammucchia sulla strada più vicina cercando si separarli per tipologia così da facilitare il compito degli operatori della Cernusco Verde che, come lui stesso ammette, «sono sempre molto attenti e disponibili alle mie segnalazioni come del resto gli uffici municipali». Il 51enne cernuschese, inoltre, lascia anche chiari messaggi ai «vunciun» di turno, come lui stesso li definisce. Perché se è vero il detto che la mamma degli imbecilli è sempre in cinta, lo stesso vale anche per gli incivili che trasformano campi e angoli della città lontani da occhi indiscreti in montagne di spazzatura, nonostante la discarica sia lì a pochi metri di distanza. E la pila di una trentina di batterie d’auto abbandonate tra la vegetazione proprio nel fossato del muro di cinta della piattaforma ecologica sono la dimostrazione della totale mancanza di senso civico di alcune persone. Per Brusetti anche e soprattutto cernuschesi: «Chi abbandona da queste parti questa immondizia è certamente del posto perché le vie sono poco conosciute e difficilmente raggiungibili. Diversamente abbandonerebbero i rifiuti lungo le strade principali come avviene, ad esempio, sulla provinciale che porta a Cologno». Lo spazzino per hobby, che di mestiere fa il macchinista della metropolitana, in questi giorni ha fotografato almeno una decina di discariche abusive. Tra montagne di pneumatici, scarti d’edilizia e fusti di gasolio abbandonati. Questi ultimi già recuperati anche grazie all’interessamento del comando di polizia locale. «Dopo dieci anni sono un po’ stanco di vedere questo scempio» commenta. «Stiamo distruggendo quanto la natura ha fatto in migliaia di anni. Dobbiamo cercare di preservare ciò che ci rimane». E il cernuschese, in procinto di aprire una sezione cittadina del Wwf, «anche per avere maggior credibilità nelle battaglie che porto avanti», si riferisce alle novanta specie di uccelli che ancora popolano il territorio e gli altri animali che lo abitano: lepri, tassi, scoiattoli, ricci e volpi. «Le discariche abusive sono solo una delle tante cose che distruggono l’ambiente popolato dagli animali selvatici. Al resto ci pensiamo anche noi credendo, magari, di fare del bene. Mi riferisco alla pulizia indiscriminata dei rovi che sono, invece, una casa naturale per uccelli e mammiferi durante i mesi invernali, o alla realizzazione di parchi che altro non sono che dei giardini all’inglese. Curati sì, ma morti dal punto di vista vegetale e animale. Buoni per creare spazi d’aggregazione. Di soli uomini, però».