Taglio del nastro per PizzAut, il sogno di un mondo migliore si avvera

Una giornata storica, sotto molti punti di vista, ma prima di tutto per PizzAut: sabato 1 maggio, la pioggia non ha fermato il presidente del Senato, Elisabetta Casellati, arrivata a Cassina de’ Pecchi per l’apertura ufficiale del primo ristorante gestito da ragazzi autistici. Un evento che ha portato in via Don Verderio tantissimi sostenitori, che hanno sfidato il maltempo pur di essere presenti. Ad accogliere la seconda carica dello Stato, il fondatore di PizzAut, Nico Acampora, e i “suoi” ragazzi, il sindaco di Cassina Elisa Balconi, i senatori, i sindaci dei Comuni limitrofi e di quelli in cui risiedono i ragazzi assunti al ristorante, imprenditori e responsabili di associazioni che hanno sostenuto e fatto in modo che il sogno diventasse realtà.

«Vorrei solo dire due parole non formali. Oggi sono qui in veste di amica dei nostri ragazzi e delle loro famiglie» ha detto il Casellati appena salita sul palco.  «Per me è una giornata molto importante. Ricordo quando i ragazzi erano venuti a Roma a preparare le loro pizze in Senato e avevano espresso il sogno di poter creare finalmente un loro posto di lavoro. Allora dissi che sarei stata presente. Oggi questo sogno si è realizzato».

«Quando tre anni fa siamo partiti con questo progetto non ci credeva quasi nessuno» le parole di un emozionatissimo Acampora. «La pandemia ha bloccato l’apertura del ristorante, ma quel “quasi” è diventato sempre più grande e ora le persone che pensano che possa esistere un mondo migliore per le persone autistiche sono tantissime».

Momento clou della cerimonia, la firma del contratto a tempo indeterminato di uno dei ragazzi, Matteo, gesto dall’alto valore simbolico. Dopo la benedizione di Monsignor Luca Raimondi e il taglio del nastro, la festa si è spostata dentro il ristorante, dove pizzaioli e camerieri speciali hanno preparato e servito le loro pizze per tutti gli ospiti istituzionali. All’onorevole Casellati è stata anche dedicata una pizza, “La bella signora”, in onore del modo in cui uno dei ragazzi la chiamò a Roma.