«Sabato il pubblico mi ha fatto sentire appagato». «Bello suonare alla Casa delle Arti dove ho frequentato l’asilo». «Il chitarrista della Pfm Franco Mussida, maestro di vita». «Le partiture del mio disco le userò con i miei allievi»

30 Ottobre 2015

L'eco di quella sera si sente ancora» racconta soddisfatto Simone Rozza qualche giorno dopo la presentazione del suo primo disco. Un piccolo grande artista cresciuto a pane e musica in una Cernusco che sforna talenti come se piovesse. Sabato scorso Simone è stato lo special guest di una serata organizzata ad hoc per il suo nuovo progetto. A fare da culla all’evento è stata la Casa delle Arti. E una location migliore non si poteva trovare. «Sono sempre stato legato a quest’ambiente. Ci sono cresciuto, perchè in passato era un asilo, e lì ho gettato le basi della mia futura carriera da musicista. Sono molto affezionato a questa scuola civica ed è stato speciale dare il via al mio esordio proprio qui» spiega l’artista. Più di trent’anni dedicati alla musica, una passione sfrenata per la chitarra, le dita ormai consumate dalle corde, una mente da compositore e un flusso di note che scorre nelle sue vene. Così si presenta Simone Rozza, classe 1977. Ha iniziato a prendere confidenza con gli strumenti da piccolo, quando i suoi genitori l’hanno iscritto alla scuola civica di musica cernuschese. Il corso di chitarra classica gli ha aperto la mente, facendolo innamorare di un’arte che non potrà mai spezzargli il cuore. Suonando il pianoforte da autodidatta e passato successivamente allo studio della chitarra moderna, ha trascorso la sua adolescenza al Cpm (Centro professione musica) di Milano, il primo istituto musicale in Italia nel suo genere, dove si è diplomato nel 2000. Qui ha acquisito la tecnica, la professionalità, l’umiltà, il coraggio e l’autostima grazie agli insegnamenti del presidente scolastico Franco Mussida, nonché chitarrista della Pfm, compositore e cantante, presente tra l’altro alla presentazione del disco. Un maestro di vita che è stato un pilastro per la sua formazione.
«Per me la musica» commenta Simone «da passione che era, è diventata a tutti gli effetti un lavoro. Fare l’artista di professione spesso richiede molti sacrifici e devi essere disposto a essere criticato, essere messo alla berlina e vedersi chiudere in faccia tante porte. L’esatto contrario di quanto è successo sabato scorso alla presentazione del mio primo disco. Un pubblico molto attento e rispettoso, che mi ha lasciato senza parole. La richiesta finale del bis mi ha fatto sentire al settimo cielo». Si intitola “So as I am” la raccolta di undici tracce che raccontano tra una nota e l’altra più di dieci anni di carriera passati a studiare, comporre, suonare e amare la musica. Dal titolo, se si fa un po’ di attenzione, si può notare la formazione della parola “Sam”, ovvero il nomignolo che qualche tempo fa gli aveva affibbiato un batterista con il quale Simone stava lavorando. L’idea di mettere in piedi un disco prende vita già una decina di anni fa, «ma poi arrivava sempre qualche imprevisto o lavoro da fare e il progetto ogni volta veniva accantonato» confessa Simone.  «Fino all’anno scorso, allorché ho deciso di dare forma e concretezza alla mia idea». Un disco strumentale, completamente arrangiato da lui, ma che ha avuto la sua ragion d’essere grazie alla collaborazione di bassisti, batteristi e tastieristi, che sono stati linfa vitale per ogni brano. «Le tracce non contengono parole, ma non è escluso che il prossimo cd sia impreziosito da qualche voce» spiega l’artista cernuschese. Un mix travolgente di jazz, blues, soul e funk, privo di una vera e propria tematica centrale. Infatti, il disco rappresenta un percorso di vita, dal punto artistico e umano. «Grazie alla collaborazione con l’ufficio alle Culture del Comune e all’assessore alla partita, Rita Zecchini, ho avuto la possibilità di farmi conoscere nel luogo in cui sono vissuto e nella scuola che mi ha visto crescere» commenta soddisfatto Simone. «Per la serata alla Casa delle Arti ho dovuto caricare tutto sulle mie spalle. Ero molto teso. Quella promozione diretta mi sarebbe costata tanto. In sala, lo stesso luogo dove facevo le recite scolastiche quando ero bambino, era presente anche la mia maestra delle elementari. E quando si è aperto il sipario e le luci hanno illuminato il palco, io e i miei compagni ci abbiamo messo l’anima».
Una presentazione che ha fatto il botto, riscuotendo numerosi successi, applausi e tanta voglia di deliziare ancora le orecchie con le melodie di Rozza e dei suoi collaboratori. «Un pubblico che mi ha fatto davvero sentire appagato» conclude il musicista a fine serata. Lui, che da 15 anni insegna chitarra moderna alla Casa delle Arti e al Quattrocentoquaranta di Pioltello e che impartisce lezioni private di registrazione e arrangiamento, per Natale prevede l’uscita delle partiture del suo disco, che userà come esercizio per gli allievi. Inoltre, tra i primi progetti del 2016, ci sarà quello di mettere nero su bianco in un manuale pratico il suo metodo didattico.
Gloria Venturati