I dati sono stati diffusi dal Ministero dell'Economia e delle Finanze. A ingrossare il totale di 605 milioni di euro sono 1.312 concittadini (su 19.800) che nel 2012 hanno dichiarato più di 70mila euro

22 Novembre 2013

Nelle dichiarazioni del 2012 (anno d’imposta 2011) Cernusco si conferma nella classifica Top 100 dei redditi lordi pro capite. Esattamente al cinquantunesimo posto secondo i dati diffusi in settimana dal Ministero dell’Economia e delle Finanze. Sugli 8.032 comuni d’Italia, dunque, Cernusco figura ancora tra le cento città più ricche con un reddito medio tra i 19.800 contribuenti di 30.591,90 euro (quello dei 30 milioni di italiani si attesta a quota 23.481,95 euro), in salita rispetto al 2010 di cinque posizioni. Sul podio ci sono tre comuni lombardi: Basiglio (il più ricco d’Italia con 53.589,29 euro), Galliate Lombardo (secondo con 44.814,40 euro) e Campione d’Italia (terzo con 42,772,23 euro). In fondo alla classifica, invece, Gurro (12.377,20 euro per il paese in provincia di Verbania), Platì (con 12.233,18 euro, nel catanzarese) e Valsolda (con 11.998, 20, nel comasco). In Martesana nelle prime cento posizioni figurano Segrate (al 9° posto con 37.659,10 euro), Peschiera Borromeo (al 28° posto con 32.547,87 euro) e Cassina de’ Pecchi (al 69° posto con 29,678,70 euro). Il totale del reddito imponibile dei contribuenti cernuschesi, ai fini dell’addizionale Irpef, dà una cifra da capogiro: 605 milioni di euro, la più alta degli ultimi cinque anni. Circa il 24 per cento di questa ricchezza, 150 milioni, però è in mano a 1.312 Paperon de Paperoni (ovvero il 7 per cento dei contribuenti) che dichiarano più di 70mila euro all’anno (sono 592 quelli che scollinano il tetto dei 100mila euro). Naturalmente le cifre sono al netto dell’evasione e del sommerso. Sotto la soglia di povertà, almeno secondo le cifre, con meno di 10mila euro l’anno, ci sono 1.496 persone. Nella fascia da 20mila a 26mila ricade la fetta più grossa degli abitanti, 3.873 cernuschesi che “valgono” quasi 86 milioni di euro. Se si guardano le cifre sotto il profilo della crisi economica, dal 2007 al 2011, sostanzialmente i dati in cinque anni restano invariati con passaggi non estremamente significativi da una fascia di reddito all’altra. La cifra dell’ammontare totale dei redditi dichiarati è sempre cresciuta, ma è cresciuto di pari passo anche il numero dei contribuenti.

Alessandro Ferrari