09 Marzo 2018

Una lezione davvero particolare quella che si è tenuta venerdì scorso all’Itsos.  Il nostro direttore Roberto Pegorini,  giornalista e scrittore, ha incontrato gli studenti delle classi 2 A del liceo classico, 2 A del liceo linguistico e
2 C del liceo delle scienze umane. Il tema affrontato era il mondo del giornalismo, dalla figura del reporter a come si scrive un articolo. Pegorini ha esordito spiegando come si struttura un giornale e i vari ruoli fondamentali in una redazione. Successivamente è passato ad analizzare i contenuti di un giornale, che devono essere capiti da tutti. Per questo ha consigliato di non inserire espressioni troppo difficili, magari in lingua straniera. Dopo questi aspetti tecnici il direttore ha dato una sua definizione di “giornalismo”: «È voglia di capire, di sapere e di trasmettere. È vivere la professione anche quando non si sta lavorando». Il giornalista, infatti, deve essere curioso e deve informarsi anche attraverso la lettura di argomenti che magari non gli interessano, per essere in grado, in qualsiasi momento, di scrivere un articolo su qualunque settore. Inoltre, tramite racconti di esperienza personale, ha spiegato che questo tipo di lavoro non ha orari fissi poiché le notizie possono venire fuori in qualsiasi momento. Il discorso del direttore di inFolio ha catturato la curiosità degli alunni, che hanno iniziato a fargli una serie di domande. La prima è stata sul rapporto tra internet e giornalismo. Pegorini ha risposto che la rete è di grande aiuto per chi cerca notizie. Non a caso nelle grandi redazioni esistono gli addetti al controllo dei social e dei siti. Ogni notizia trovata va comunque verificata. I contatti sono un elemento fondamentale nel giornalismo. Il lato negativo sta, invece, nel fatto che molti scrivono notizie senza essere dei professionisti, dando così spesso origine alle cosiddette fake news. Così il giornalista deve selezionare più fonti nel poco tempo a disposizione, con maggiore rischio di commettere errori. In risposta a un’altra domanda il direttore ha aggiunto che per il giornalismo c’è comunque un futuro perché «l’informazione dà coscienza sociale, permette di esserci anche dove non si è». Fare il giornalista può riservare una serie di trappole quando si sviluppano articoli su temi delicati. A volte basta un termine sbagliato e si può rischiare di essere querelati. Uno studente ha chiesto come nascono i titoli. Questa la risposta: «Il titolo deve essere furbo e veritiero. Insieme alle notizie brevi è la cosa più difficile da scrivere in un giornale. Nei quotidiani esistono, infatti, i titolisti». Infine, Pegorini ha parlato della sua esperienza personale e dell’amore per la scrittura, che risale a quando aveva 13 anni. Gli studi che ha affrontato non sono stati specificamente rivolti al giornalismo, poiché quando lui ha frequentato l’università non esisteva una facoltà specifica. E ha così ripiegato su giurisprudenza. A 24 anni si è avvicinato al giornalismo, iniziando a collaborare con una testata locale. In quel periodo ha imparato a non affrontare solo quello che allora era il suo tema preferito, ovvero lo sport, ma anche quelli a cui era meno interessato, scoprendo così una grande passione per la politica e, soprattutto, la cronaca nera. Un’altra domanda posta da uno studente è stata quella se preferisse essere scrittore o giornalista: «Scrivere i miei libri mi fa uscire dalla realtà e mi dà la possibilità di essere più creativo, ma il primo amore non si scorda mai. Non riuscirei mai a lasciare la professione di giornalista, mi mancherebbe». Pegorini ha anche raccontato del suo passato di giornalista “di strada”, cioè di quando lavorava fuori dalla redazione, ed è questa la parte che ha generato in lui più adrenalina. Oggi, invece, tutti i giorni parte dal lago di Endine per venire a scrivere nella redazione di San Felice. In questi anni ha scritto  notizie incredibili, a volte meravigliose, ma anche terribili. Per questo motivo ha concluso l’incontro dicendo che è difficile non farsi coinvolgere in alcune storie, tuttavia essere giornalisti significa anche isolarsi per rimanere il più lucidi e oggettivi possibile. Il lungo applauso finale ha confermato quanto gli studenti abbiano apprezzato l’incontro-lezione.
Susanna Alzani