26 Giugno 2020

Le preoccupazioni di un gruppo di mamme dell’asilo nido Bolle di Sapone, racchiuse in una lettera aperta inviata all’amministrazione comunale. L’oggetto della missiva è la preoccupazione per il futuro dei loro figli. “La nostra lettera” spiegano le mamme “vuole essere un messaggio di ascolto, ma anche l’apertura a un dialogo costruttivo per i bene dei nostri figli in vista di settembre. Il tempo scorre e noi vorremmo essere finalmente ascoltate. Si parla poco di scuola, ma ancora meno di asili nido e di come e se ripartiranno”. Una lettera piuttosto lunga con numerosi passaggi. Eccone alcuni scorci: “In questi mesi i bambini hanno perso importanti punti di riferimento sociali, quali la scuola, gli amici, i nonni, ma anche gesti fondamentali come la routine, l’apprendimento, la scoperta. Le uniche persone con cui hanno potuto interfacciarsi e modulare le proprie rappresentazioni della vita sono state in gran parte o esclusivamente i genitori, a loro volta gravati da nuove sfide, paure e incertezze non solo sanitarie ma anche socio-economiche e relazionali (…) Le ragioni di questa lettera, rivolta al nostro sindaco, ma anche agli amministratori locali, sta proprio nella volontà di ricordare che un’importante fascia della popolazione, i bambini degli asili nido appunto, è stata totalmente dimenticata e lasciata alla gestione delle famiglie. Eppure, esistono casi e comuni virtuosi che nonostante le tempistiche ristrette, le condizioni sfavorevoli e le limitazioni imposte sono riusciti a riorganizzare le strutture scolastiche riaprendo anche gli asili nido comunali per la stagione estiva (…) capiamo le difficoltà, capiamo i limiti, ma quello che chiediamo è una gestione propositiva da parte dell’amministrazione: provare a re-immaginare gli spazi, le strutture in funzione di questa emergenza, perché se non vi è visione per il futuro e immaginazione quando arriverà il futuro ci troverà di nuovo impreparati (…) È importante lavorare sulla riorganizzazione degli spazi utilizzando in particolare i cortili, che nei nostri plessi scolastici fortunatamente non mancano. Il periodo estivo avrebbe permesso una esperienza di lezioni e attività all’aria aperta, più difficoltosa in inverno, avviando una sperimentazione che man mano si sarebbe potuta affinare: eppure non si è nemmeno provato, noi che viviamo in un comune - a detta di tutti - virtuoso nel sostegno alle famiglie (…) Continuare a dimenticare e non affrontare la questione degli asili nido significa limitare l’uguaglianza dei più piccoli alle altre classi sociali, limitarne il senso di appartenenza alla comunità e alla coesione e privarli delle essenziali relazioni sociali”.