15 Aprile 2021

ALBIATE - Scappano di casa e per giustificarsi raccontano di essere state aggredite. Protagoniste di questa avventura due ragazzine di 15 anni di Albiate che, lasciate dai genitori alla fermata dell'autobus, invece di raggiungere la loro scuola di Casatenovo, hanno deciso di “marinare”. Quando nel pomeriggio i genitori non le hanno viste rientrare, dopo aver cercato di contattarle ai telefoni irraggiungibili, hanno subito dato l’allarme. I carabinieri hanno così iniziato a cercarle, ma nel frattempo, le due hanno chiamato casa asserendo di essere state rapite: «Aiuto stavamo camminando, ci hanno prese, non so dove ci troviamo».

Gli uomini dell'Arma si sono immediatamente messi sulle loro tracce e, dopo poco, le hanno geo-localizzato in una fitta zona boschiva nei pressi del fiume Lambro. Si era quasi fatto buio quando dalla finestra di un rudere abbandonato con tutti i punti d’accesso chiusi si sono affacciate le due ragazze. C’è voluto l’intervento dei vigili del fuoco per farle uscire, entrambe provate dal freddo e con i vestiti bagnati. Subito hanno raccontato di non sapere come fossero finite lì, ricordavano solo di essere state aggredite da dietro e poi nulla. I carabinieri hanno attivato la procedura anti-violenza e inviato le due giovani presso la clinica Mangiagalli dove fortunatamente è stata esclusa la violenza. Andando più a fondo e analizzando i dettagli, però, quando il giorno dopo sono state trovate tracce di cibo, coperte ed effetti personali nel casolare, i militari hanno iniziato ad avere dubbi. Inoltre, negli zaini sono stati trovati materiale personale, tra cui flaconi per lenti a contatto e un apparecchio per i denti e a quel punto hanno compreso che qualcosa nel racconto non reggeva. Le ragazze hanno continuato a fornire la stessa versione, fino a quando, dopo ore, davanti alle evidenze mostrate loro dai militari, hanno ceduto e raccontato che dietro quella scomparsa c’era stata solo la voglia di non andare a scuola ed evadere dalla quotidianità per qualche giorno. Ed è emersa la verità: dopo aver fatto finta di prendere l’autobus, si sono recate al supermercato a comprare da mangiare e poi si sono dirette nel bosco; con il calar del sole, la pioggia e il freddo si sono pentite delle loro azioni, ma oramai erano bloccate in quel rudere dove si erano introdotte anche grazie alle tecniche di arrampicata conosciute da una delle due, ma dal quale non riuscivano più a scendere. Fortunatamente i telefoni avevano batteria a sufficienza e hanno permesso ai carabinieri di ritrovarle e riportarle a casa.

Eleonora D’Errico