21 Settembre 2022

MONZA - L’operazione è stata denominata “Bad girls” e in effetti i carabinieri della Compagnia di Seregno hanno arrestato due donne, una 32enne e una 36enne, entrambe residenti nel capoluogo brianzolo, piuttosto indisciplinate visto che rubavano perfino in chiesa. Le due sono indagate per plurimi episodi di furto aggravato in concorso, indebito utilizzo di carte di debito, con l’ulteriore aggravante della recidiva. La decisione di sottoporle alla misura cautelare è arrivata a conclusione di un’articolata attività avviata addirittura lo scorso 15 aprile. quando il parroco di Giussano ha denunciato un furto. Secondo la successiva ricostruzione, in quell’occasione le due donne, dopo aver divelto il portone d’ingresso della casa parrocchiale, avevano portato via mille euro, carte di credito e di debito, documenti ed effetti personali.

I militari di quel comando sono riusciti a individuare l’autovettura utilizzata per gli spostamenti, una Fiat Grande Punto grigia, e successivamente anche a identificare le due donne. E ulteriori approfondimenti investigativi hanno portato ad attestare a carico delle indagate altri due episodi di furto commessi in danno del parroco della chiesa di Caravaggio e di una 89enne di Brugherio. Nel primo caso avevano asportato 2mila euro in contanti e un assegno di 200 euro intestato alla parrocchia. A Brugherio invece le due donne avevano agito di squadra e, dopo che una aveva bussato alla porta dell’89enne e l’aveva intrattenuta sull’uscio di casa, la complice aveva fatto ingresso nell’abitazione asportando vari documenti e una carta bancomat per poi effettuare vari prelievi in alcuni sportelli di Monza e a Brugherio nonché alcune spese in un supermercato.

Nell’accogliere la proposta del pubblico ministero, il Gip ha rilevato come per entrambe li numerosi precedenti di polizia e penali per reati contro il patrimonio entro un lunghissimo arco temporale dimostrerebbe inequivocabilmente l’abitualità nella consumazione di reati e pertanto ha ritenuto quale misura adeguata e proporzionata alla prevenzione di ulteriori illeciti, la privazione della libertà di movimento attesa altresì anche l’assenza di una stabile dimora delle due indagate in quanto nomadi in continuo spostamento. Le due donne sono state tradotte presso il carcere San Vittore.