20 Aprile 2021

COLOGNO MONZESE - Emettevano fatture false per accaparrarsi finanziamenti e contributi pubblici dei fondi covid e per truffare le banche, per 100 milioni di euro. I militari del comando provinciale della Guardia di Finanza di Milano stanno arrestando in queste ore 21 persone, tutte parte di un’associazione per delinquere finalizzata alla frode fiscale, alla truffa, alla bancarotta fraudolenta e all’autoriciclaggio. Inoltre le fiamme gialle stanno sequestrando immobili, terreni, quote societarie, conti correnti e contanti per un valore di circa 40 milioni di euro, nei confronti di 58 soggetti ritenuti responsabili di aver organizzato una frode fiscale.
Le indagini sono scaturite da una verifica fiscale nei confronti di un consulente di Cologno Monzese, rivelatosi essere al centro di una serie di rapporti commerciali sospetti con società prive di strutture operative e aventi, nella gran parte dei casi, sede legale presso il proprio studio. Gli approfondimenti svolti dai finanzieri di Sesto San Giovanni, anche con l’ausilio di indagini tecniche, hanno consentito di scoprire un’associazione per delinquere operante in Lombardia e composta da tre compagini tra loro connesse e riconducibili al consulente colognese, a un commercialista di Milano e a un faccendiere, nonché a un ulteriore imprenditore pluripregiudicato, di origine calabrese e trapiantato nella bergamasca, il quale già in passato era stato coinvolto e sottoposto a misure cautelari personali anche nell’ambito di altre operazioni di polizia condotte dalla DDA (Direzione Distrettuale Antimafia) di Milano nei confronti di sodalizi legati alla ‘ndrangheta e dediti al traffico internazionale di stupefacenti.
In tutto risultano coinvolte 42 società con sede nelle province di Milano, Monza, Como, Pavia, Bergamo e Piacenza, intestate a “teste di legno” che dal 2013 al 2018 hanno emesso fatture false per oltre 100 milioni di euro. I responsabili presentavano richieste di finanziamento o di anticipi, corredandole con bilanci creati ad hoc e gonfiati attraverso l’utilizzo di fatture false che consentivano di far apparire floride le società richiedenti, in realtà prive di una qualsiasi struttura operativa. Gli oltre 40 finanziamenti ricevuti, per l’importo complessivo di più di 8 milioni di euro, di cui circa 4 milioni garantiti dallo Stato con fondi del Ministero dello sviluppo economico, sono stati ottenuti anche grazie alla intermediazione di due promotori finanziari, anche loro tratti in arresto, consapevoli del meccanismo fraudolento e della reale consistenza delle società richiedenti. Le società, una volta che accumulavano ingenti debiti verso l’erario e gli istituti di credito, venivano progressivamente lasciate fallire e rimpiazzate con altre, mentre il denaro provento dell’attività delittuosa veniva drenato con prelievi in contanti o mediante bonifici, apparentemente giustificati per il pagamento di fatture false in favore di ulteriori società riconducibili agli stessi soggetti, che distraevano tali fondi anche per propri acquisti di beni di varia natura. In particolare, con questi fondi illeciti, il soggetto già noto alle forze dell’ordine ha acquistato, per il tramite di un’impresa intestata alla figlia, tutte le quote di una società per azioni che ha rilevato il ramo d’azienda di una società, all’epoca in concordato preventivo, che curava il packaging di frutta e di ortaggi per la grande distribuzione organizzata. Gli accertamenti svolti durante l’emergenza da Covid hanno permesso, infine, di individuare 8 società sempre riconducibili all’associazione per delinquere, con sedi nelle province di Milano, Monza e Piacenza, che hanno chiesto a istituti di credito 6 ulteriori finanziamenti, per un importo complessivo di oltre 61mila euro, confluiti sui conti correnti oggetto dell’odierno sequestro. Nel corso delle attività sono stati, altresì, rinvenuti e sequestrati un’arma, risultata rubata e detenuta, nonché orologi di lusso.