27 Gennaio 2022

RENATE - Era già stata "sospesa" perché non aveva rispettato l'obbligo vaccinale, eppure continuava a tenere aperta la sua farmacia di Renate. Ora una nuova scoperta: nella farmacia venivano effettuati tamponi molecolari e test per marcatori tumorali falsi. Nel mirino dei carabinieri, la titolare di 42 anni e collaboratore 44enne, fratello della donna.
Le indagini erano partite ad agosto, in seguito alla denuncia di una mamma preoccupata per alcune anomalie sul referto del tampone molecolare eseguito dal figlio. Gli immediati accertamenti dei carabinieri, avevano subito rivelato che quel tampone era falso: né il laboratorio di Monza inizialmente indicato, né quello di Carate Brianza, successivamente comunicato nel tentativo di aggiustare la faccenda, lo avevano mai ricevuto e analizzato.
Carabinieri e NAS di Milano avevano effettuato un'ispezione, sequestrando varia documentazione e materiale informatico, rivelando la falsità di almeno altri 15 tra referti e dichiarazioni, non solo inerenti ai tamponi: è stata infatti accertata la falsità di un prelievo volto alla ricerca dell’antigene prostatico per la diagnosi dello stato di un paziente che era stato colpito da tumore.
I carabinieri hanno eseguito il sequestro preventivo della farmacia, mentre i due farmacisti sono indagati per falsità ideologica e materiale in atti pubblici e in certificati, inosservanza dei provvedimenti dell’autorità ed esercizio abusivo della professione di farmacista. Gli indagati, non solo non hanno offerto alcuna collaborazione agli inquirenti, rifiutandosi di firmare gli atti e di lasciar visionare l’inventario della merce presente in farmacia, ma hanno avuto atteggiamenti inquadrabili come minaccia, resistenza e oltraggio a pubblico ufficiale.