19 Gennaio 2018

Nutrirsi in modo sano e responsabile è qualcosa che bisogna imparare fin dalla più tenera età e all’istituto comprensivo Fabrizio De Andrè lo sanno molto bene. Per il secondo anno consecutivo, infatti, la scuola di Peschiera Borromeo sta portando avanti un progetto rivolto a tutti gli alunni, dall’infanzia alla primaria, volto ad insegnare il valore del cibo e il concetto del non spreco.
«L’iniziativa si chiama “Aggiungi un posto a tavola”», spiega Fabio Facchini della segreteria scolastica. «Quello che ci interessa è promuovere un atteggiamento di responsabilità sociale in modo che i nostri ragazzi crescano con la consapevolezza dell’importanza del cibo che arriva sulle nostre tavole». Il progetto prevede che gli alunni coinvolti, durante la permanenza nella mensa dell’istituto, raccolgano il pane e la frutta avanzata durante il pasto, per poi devolvere il ricavato ad associazioni del territorio che lo useranno per scopi socialmente utili. «Gli obiettivi di questa azione sono molteplici», continua il referente scolastico. «Innanzitutto miriamo a ridurre lo spreco che purtroppo nelle nostre strutture sembra essere fisiologico. Cerchiamo poi di consolidare la disponibilità alla collaborazione dei bambini, facendogli capire che un’azione collettiva e sinergica può fare davvero la differenza. Infine è importante per noi rimarcare l’importanza delle regole sociali, così che in futuro crescano con senso civico e nel completo rispetto delle norme comunitarie».
Tutto questo viene ovviamente proposto da parte del personale e del corpo docente in chiave ludica, in modo che i bambini si sentino stimolati a rispettare le regole. Il progetto continuerà per l’intero anno scolastico, alla fine del quale saranno distribuiti ad alcune classi campione dei questionari valutativi volti a garantire un costante miglioramento dell’iniziativa. Insomma, a Peschiera si sta cercando di crescere generazioni di ragazzi responsabili e attenti agli sprechi e, a giudicare dal successo riscontrato sin dall’anno scorso anche tra i genitori degli alunni, questa sembra proprio essere la strada giusta.
Mattia Rigodanza