«Certe battaglie personali andrebbero messe alle spalle». «Il Pd deve fare opposizione costruttiva». «In merito alla vicenda Lugarà ho letto cose su di me davvero scorrette». «Non mi pento di avere scelto Molinari come assessore»

15 Dicembre 2017

Negli ultimi mesi la vicenda che ha visto Silvio Chiapella avere avuto contatti con l’imprenditore Lugarà (arrestato per corruzione a Seregno e successivamente scarcerato per mancanza di gravi indizi di colpevolezza) con lo scopo di tentare di salvare, a suo tempo, la giunta Zambon (all’insaputa di quest’ultimo) ha creato un fiume di polemiche. Lui, Luca Zambon, coinvolto per forza di cose, ha preferito tenere un profilo basso. Ora però ha accettato di tornare sulla vicenda, ma anche di guardare al futuro.
Se le dico il nome Chiapella quale sentimento prova?
«Nessuno. Ho sempre pensato al mio di comportamento come sindaco e non a quello di altri. Ho sempre ragionato su cosa ho fatto io per la mia città e posso dire di essere a posto con la mia coscienza. Quanto accaduto negli ultimi tempi non ha cambiato il mio giudizio: sono sereno, ho sempre agito per il bene di Peschiera».
Premesso che la magistratura non ha ravvisato nulla di illecito, si è sentito comunque tradito da qualcuno?
«Diciamo che sono rimasto deluso da tante cose dette con troppa facilità e superficialità nei miei confronti e nei confronti del Pd che è formato da tante persone che ci mettono impegno e passione».
Un discorso chiaramente riferito ai suoi avversari politici. Nessuna delusione nei confronti di chi era, ed è, dalla sua parte?
«Ognuno risponde a se stesso delle proprie azioni. Io rispondo del mio comportamento e, al massimo, delle persone a cui avevo dato dei compiti istituzionali, come i miei assessori».
Insomma: è stato giusto o no trattare con alcuni esponenti non peschieresi di Forza Italia per evitare che lei fosse sfiduciato?
«Posso dire che non lo trovo giusto. Io, infatti, in quel periodo cercavo il dialogo con i capigruppo delle opposizioni, ma su temi che erano parte del programma elettorale. Sul Bilancio avevamo anche accolto alcune proposte uscite in commissione proprio dalla minoranza. Tutto però è stato portato avanti alla luce del sole. Ecco perché, in tutta questa vicenda, che oltretutto si è ridimensionata, ho trovato scorretto e non comprensibile attribuirmi cose che non ho fatto e cavalcarle in quel modo astioso».
Cambiamo argomento: cosa deve fare a Peschiera il Pd per ritrovare credibilità e riconquistare quei voti che sono stati intercettati dall’attuale maggioranza?
«Semplice: il Pd deve tornare a parlare alla città, nei mercati e nelle piazze, e con le associazioni. Deve fare capire che al suo interno ci sono persone capaci, con passione, che possono dire la loro. Per vincere a volte non serve l’esperienza e in questo momento ne abbiamo l’esempio, quanto il sapere parlare a chi vota Pd a livello nazionale, ma non a Peschiera. Serve un cambio di passo con iniziative sul territorio e argomenti interessanti. Abbiamo personalità di livello nazionale che possono venire a parlare qui e dobbiamo sfruttare questa opportunità».
L’attuale sindaco Caterina Molinari fu scelta proprio da lei come suo assessore. Visto come è andata... si è pentito?
«No. È capace e come assessore era brava. Ho però notato un po’ di rigidità nei rapporti interpersonali: una cosa non così grave se sei un esponente di giunta, ma che non puoi permetterti nel ruolo di sindaco. Secondo me si deve ammorbidire. Pur sapendo quanto sia difficile l’incarico che ricopre, credo debba rivedere questo suo atteggiamento».
La sensazione è che nel Pd ci siano due correnti: una più intransigente e una che, invece, punta al dialogo con la maggioranza. Mi pare che lei sia più propenso verso la seconda, o sbaglio?
«Il Pd per sua natura deve mirare a fare un’opposizione costruttiva e non preconcetta. Sono convinto che anche in minoranza si possa dare un contributo per fare crescere la propria città. Mi pare che, piano piano, ci stiamo muovendo in questa direzione. Ora però servirebbe anche un passo verso noi da parte dell’amministrazione. Noi di proposte ne abbiamo tante. Confrontiamoci, dialoghiamo, litighiamo anche, ma alla fine poi lavoriamo tutti insieme per migliorare Peschiera».
Mi pare di capire che stia proponendo di svoltare e cambiare un po’ tutti atteggiamento...
«Credo solo che la politica delle persone a Peschiera non funzioni. Penso sia arrivato il momento di mettersi alle spalle le battaglie personali, fermo restando che rispetto i ruoli e alla fine spetta all’amministrazione prendere decisioni. Dobbiamo arrivare al punto che chi ci ha votato possa dire di tutti noi: hanno fatto un buon lavoro».
Al di là del dialogo, esistono comunque differenze tra le forze di opposizione e la maggioranza. Cosa non la convince di questa amministrazione?
«Il progetto. Mi pare non abbiano ancora ben chiaro come sarà la Peschiera che lasceranno dopo 5 anni di governo. Si stanno occupando di piccole cose, che comunque vanno fatte, però il loro obiettivo non può essere solo quello di coprire buche. Mi sembra manchi una visione per andare oltre, riqualificare Peschiera e darle uno sviluppo. Il sindaco ci ha detto che nel prossimo Pgt ci esporranno il loro sogno. Attendiamo, anche se nel frattempo è passato un anno e mezzo da quando hanno vinto le elezioni. So che i soldi sono pochi, però si devono fare scelte precise su dove investirli».
Cosa apprezza, invece, di questa amministrazione?
«Che ci mettono la faccia. Fare politica non è semplice, le critiche arrivano da tutte le parti. A volte la pressione è tanta e so bene che non è facile da reggere».
In questo ultimo anno e mezzo non ha mai pensato: se fossi stato dalla parte di Peschiera Riparte, ora sarei ancora sindaco?
«No, sarebbe cambiato poco. C’erano questioni personali non risolte portate avanti da troppi anni, rivelatesi non gestibili. Alla base c’era chi voleva boicottare la mia maggioranza fin da subito. Alcuni rancori sono stati messi davanti al bene della città, una cosa che non mi è mai piaciuta, ma che in politica mi era già capitato di vedere».
Rifarebbe quindi tutto quanto ha fatto nel suo pur breve mandato da sindaco?
«Diciamo che, se proprio potessi, vorrei tornare indietro e amministrare con l’esperienza e la consapevolezza che ho acquisito adesso».