08 Giugno 2012

Di starsene a casa con i loro nipotini o al bar con i coetanei giocando a carte o bevendo il classico grappino loro proprio non volevano saperne. E così due sessantenni, già noti da parecchio tempo alle forze dell’ordine, sono riusciti nell’impresa di farsi arrestare nuovamente. Per loro l’accusa è di furto aggravato in concorso. Stavano rubando del rame in un capannone dismesso di via XXV Aprile. A incastrare i due nonni ladri, entrambi italiani, è stata una pattuglia dei carabinieri che domenica notte si trovava a perlustrare le aree industriali intorno a via Di Vittorio proprio alla ricerca di eventuali malviventi in azione. A insospettire i militari è stata una vettura parcheggiata  con il bagagliaio aperto proprio davanti all’entrata di un’azienda dismessa. Si trattava di una ditta che si occupava di pubblicità e cartellonistica al cui interno si trovano ancora macchinari da lavoro e gli arredi. E così hanno pensato di dare un’occhiata anche perché in passato l’azienda era già entrata nel mirino di qualche ladruncolo. Intuizione che si è rivelata felice visto che quando gli uomini dell’Arma hanno fatto il loro ingresso, hanno trovato i due sessantenni, armati di cesoie e coltelli, che tranciavano canaline e cercavano di spellare cavi per asportare il rame. Quando si sono accorti di essere stati colti sul fatto i due non hanno neppure tentato la fuga. E non avrebbe avuto alcun senso provarci visto che i militari li hanno subito riconosciuti e sapevano benissimo dove avrebbero potuto andarli a trovare. Al momento della loro cattura avevano già messo nel bagagliaio della vettura oro rosso per un valore di circa 500 euro. La refurtiva è stata posta sotto sequestro  mentre i due sono stati portati alla stazione dei carabinieri per espletare le pratiche del caso e passare la nottata nelle camere di sicurezza. L’arresto è stato convalidato lunedì mattina dal giudice, presso il tribunale di Milano con il rito della direttissima. Vista l’età non più giovane della coppia, è stata concesso loro la sospensione della pena con l’obbligo di firma. Nella speranza che almeno questa volta decidano di chiudere la loro infelice carriera e andarsene in pensione.