06 Ottobre 2017

Una situazione gestita con totale negligenza e superficialità», così Lorenzo Bazzoni definisce la vicenda in cui lui e suo figlio, bambino che frequenta la prima media e affetto da una rara malattia, si sono trovati coinvolti alla ripresa della scuola a settembre. E l’epilogo è stato una querela, che l’uomo ha presentato ai carabinieri nei confronti della dirigente scolastica. Sentiamo dalle sue parole quanto sarebbe accaduto. «Mio figlio frequenta da sempre l’istituto De Andrè e da otto anni gli viene somministrato un farmaco salvavita, ogni giorno, in orario scolastico. Era sempre andato tutto liscio fino all’insediamento della nuova dirigente», spiega il genitore. A suo dire dall’inizio delle lezioni la preside si sarebbe rifiutata di far somministrare l’importante farmaco al bambino a causa di alcune mancanze nella documentazione presentata dai genitori.
«Da sempre mio figlio prende quella pastiglia grazie ai documenti che presentiamo ogni anno, esattamente come abbiamo fatto lo scorso 4 settembre», prosegue Bazzoni. Quest’anno però qualcosa è andato storto. «Le lezioni sono iniziate normalmente ma il 21 la direzione della scuola ha chiamato per comunicarmi che nella documentazione c’erano le firme della madre e del medico curante, che specificava dosaggi e orari in cui prendere il farmaco, ma mancava la mia che secondo la dirigente era necessaria, anche se in passato non ce ne era mai stato bisogno. Sono dovuto andare di persona a scuola ad accertarmi che mio figlio prendesse il farmaco. A saperlo prima, avrei provveduto subito a sistemare la documentazione. Quella di mio figlio è una malattia molto pericolosa e non ammette mancanze di questo tipo o perdite di tempo». La cosa però non è finita qui. Nonostante a quel punto i fogli fossero stati tutti firmati, tre giorni dopo la scuola ha ricontattato la famiglia sostenendo che mancasse il nullaosta con cui si autorizzavano i docenti e gli operatori scolastici a somministrare personalmente la medicina, documento necessario perché gli operatori si assumano la responsabilità dell’azione. «Così abbiamo perso altri giorni in cui il bambino non ha assunto la cura», continua il genitore. «Si è fatto passare troppo tempo, la preside è stata sempre evasiva e la situazione è degenerata, facendo perdere giorni di lavoro a me e causando uno shock a mio figlio. Il protocollo prevede che non vengano creati disagi ai bambini invece nel nostro caso si è spezzato un equilibrio che durava da otto anni». Alla fine la somministrazione del farmaco è ripresa a regime solo il 28. «Questo ha provocato un alto rischio per la salute di mio figlio. Bisognava occuparsi della situazione con più responsabilità e senza perdere così tanti giorni. Se c’erano dei problemi si dovevano affrontare subito e così non è stato. E in più la preside ha mentito, sia ai carabinieri quando l’hanno interpellata, sia a me dicendomi che il nullaosta era stato inviato prima di quanto fosse stato fatto in realtà. Per questi motivi venerdì scorso ho presentato una querela ai carabinieri ai danni della dirigente scolastica e ho contattato personalmente l’ispettorato per la scuola facendo presente tutti i problemi gestionali che sono incorsi dal suo insediamento», conclude Bazzoni.  
Naturalmente abbiamo provato a contattare la dirigente scolastica per sentire, giustamente, anche la sua versione, ma ha declinato l’invito, facendoci sapere, tramite la segreteria dell’istituto, che lei al momento non ha ricevuto alcuna querela e quindi, per ora, non ha nulla da commentare.
Mattia Rigodanza