25 Maggio 2018

Tra social network, gruppi di genitori e sedi istituzionali rimbalza la polemica sui costi delle mense scolastiche. Durante l’ultimo consiglio comunale l’opposizione ha accusato l’assessore alla Scuola Chiara Gatti di non stare seguendo in modo opportuno la vicenda e la risposta non si è fatta attendere.
«Come molti sanno nelle classi a modulo lo Stato non copre le ore di mensa nei giorni lunghi, durante le quali gli insegnanti non sono presenti», ha spiegato Gatti. «Fino all’anno scorso questa incombenza era stata coperta dal Comune di Peschiera, con un costo che con il tempo è arrivato a raggiungere i 70mila euro. La necessità di chiedere un contributo alle famiglie, che comunque si faranno carico di circa il 20 per cento della spesa totale, è dovuta dal fatto che si tratta di un servizio a domanda individuale e per regolamento è previsto il contributo dei genitori. È una cosa che ci rammarica, e ci dispiacerebbe anche se si trattasse di chiedere un solo euro, ma purtroppo ci troviamo costretti ad agire in questa direzione per non provocare un danno erariale».
L’assessore ha poi comunicato che un incontro con i genitori in realtà c’è già stato, nel quale è emersa la richiesta di dimezzare la retta attualmente in vigore. «L’ideale per noi sarebbe intanto adottare il metodo già in atto alla scuola Montalcini. dove alcuni ragazzi si portano il pranzo da casa e lo consumano in una sede separata rispetto agli altri studenti. Questo ovviamente non è per ghettizzare chi consuma il pranzo al sacco, ma deriva da alcune norme igienico sanitarie che ci troviamo costretti a osservare», ha concluso Gatti. Secondo l’assessore, dunque, la decisione è tanto impopolare quanto necessaria ai fini della legalità.
Mattia Rigodanza