17 Luglio 2020

In questi mesi di emergenza sanitaria le farmacie hanno giocato un ruolo importante, sia come dispensatori di farmaci e dispositivi di sicurezza, sia come punto di riferimento per i cittadini che si sono trovati a combattere contro un nemico invisibile e sconosciuto.

“Allo scoppio dell’emergenza c’era da mettersi le mani nei capelli”, racconta Elisabetta Pupillo, ricercatrice laureata in farmacia, attualmente consigliere del Cda dell’Azienda Speciale Farmacie Comunali. “Le informazioni che arrivavano dalle istituzioni erano confuse e individuare quale fosse la cosa giusta da fare è stata una grande sfida. Il nostro obiettivo era garantire il mantenimento del servizio proteggendo i nostri dipendenti e, grazie al lavoro di squadra, siamo riusciti a raggiungerlo. La composizione del nostro Consiglio di amministrazione ci ha permesso di elaborare contemporaneamente una strategia economica, una aziendale, una scientifica e una legale. Sono stati mesi di riunioni continue e costante confronto, in cui abbiamo cercato di rispondere alle esigenze dei cittadini con professionalità, puntualità e placando l’ansia che andava diffondendosi. Gli strumenti e le competenze che abbiamo acquisito possono permetterci di affrontare un’eventuale nuova ondata di contagi, cosa che ovviamente auspichiamo non accada. Nel frattempo possiamo dire di aver tenuto una nostra linea operativa, mantenendo un forte rapporto empatico con i nostri clienti. La scelta di mantenere il contatto visivo con gli utenti tramite misure di distanziamento e pannelli in plexiglass va proprio in questa direzione”.

Come ogni altra impresa, però, le farmacie comunali hanno dovuto fare i conti con una situazione economica per niente facile. “In questi mesi le persone si sono curate meno, ma per fortuna si sono anche ammalate meno, probabilmente perché costrette a restare a casa”, fa notare Marco Dazzo, presidente dell’azienda. “È saltata tutta quella fase di prevenzione che facciamo di solito e abbiamo interrotto l’autoanalisi, primo step per individuare valori sballati nel sangue. In questo senso dobbiamo dire che il Covid ha fatto tante vittime indirette.  Abbiamo gestito i prezzi delle mascherine scegliendo di andare sottocosto per avvantaggiare i nostri clienti, i quali sono sempre stati molto corretti, rispettosi e pazienti. A questo aggiungiamo le donazioni pecuniarie e materiali che abbiamo fatto alla Fidas, alla Croce Rossa, alla protezione civile e al Comune, coinvolgendo anche le farmacie private, nostre preziose alleate nel contrasto alla pandemia. A conti fatti, quest’anno non riusciremo a fare i grossi utili che abbiamo registrato negli ultimi anni, perché la ripresa è lenta e in giro c’è ancora poca gente. Sebbene siamo un’attività commerciale a tutti gli effetti, ci auguriamo sempre che le persone non debbano venire in farmacia, ma dobbiamo anche evitare che le persone risparmino sulle cure. Dal canto nostro, faremo più attenzione ai costi, in modo da arginare una crisi economica che sta colpendo tutti i settori. Infatti, abbiamo sospeso gli investimenti che avevamo in programma per la Farmacia 3. Una nota positiva però c’è: in questi mesi il dispensario di Linate, che abbiamo aperto di recente, ha lavorato bene ed è risultato essere un servizio molto utile, il che ci interessa più dei guadagni”.

Questa situazione straordinaria ha anche dato la possibilità di testare nuove pratiche e servizi che saranno sicuramente utili anche in futuro. “Facciamo consegna di farmaci a domicilio e abbiamo attivato un servizio web per il ritiro di prodotti per ciliaci direttamente in farmacia che ha aiutato a diminuire il flusso di persone nei supermercati”, prosegue Pupillo. “Inoltre, dal 2021 le nostre attività diventeranno farmacie oncologiche e potremo fornire consigli specifici per tutti quei sintomi potenzialmente connessi ai tumori. Il mondo farmaceutico da questo punto di vista sta facendo passi in avanti e si spera che nel prossimo futuro si possa ritirare un kit specifico di cure per i tumori direttamente in farmacia, senza dover recarsi in ospedale. Personalmente mi auguro che piano piano il farmacista torni ad avere quel ruolo di alchimista che ricopriva una volta e a essere riconosciuto come un riferimento sul territorio. Noi non siamo solo dispensatori di scatolette e il ruolo centrale che abbiamo avuto durante l’emergenza Covid possiamo averlo anche in futuro, aiutando a svuotare i pronto soccorsi e instaurando un rapporto di fiducia con i giovani cosí come con gli anziani”.

“Il mondo è cambiato”, conclude Dazzo. “Ora la concorrenza è spietata e arriva sia dal web che dalla grande distribuzione. Siamo noi che dobbiamo adattarci, non si può tornare indietro”. Ultima novità: la delega alle farmacie comunali, riconosciuta come facente parte dei servizi alla persona, passa nelle mani dell’assessorato di Antonella Parisotto nell’ambito dei cambiamenti seguiti alle dimissioni dell’ormai ex assessore al Bilancio Orazio D’Andrea. 

Mattia Rigodanza