20 Gennaio 2021

La situazione che sta vivendo il ristorante Bottega Verace è davvero paradossale: non avrà alcun risarcimento legato alla chiusura forzata del locale solamente perché nel 2019 era chiuso, e quindi secondo l’Agenzia delle Entrate non avrebbe subito alcun calo nel fatturato. Incredibile, ma vero. E a raccontare la vicenda è il gestore del locale, Gerardo Moccaldi. “La nostra società Carly s.r.l., che conduce il ristorante Bottega Verace, è stata esclusa da qualsiasi ristoro. Zero di zero, nemmeno un euro da marzo, e mai ne vedremo uno” spiega Gerardo. “E la motivazione ha dell’incredibile.  I ristoranti per accedere ai ristori dovevano soddisfare uno dei due seguenti requisiti: O l’apertura dopo l’1 gennaio 2019 oppure un calo di fatturato tra l’aprile 2019 e l’aprile 2020. Noi abbiamo aperto il 12 giugno 2019, ma la nostra partita IVA, avendo dovuto ristrutturare il locale, è datata 2018. Ebbene, nonostante avessimo Scia produttiva e comunicazione di inizio attività alla camera di commercio di giugno 2019, l’Agenzia delle Entrate ha interpretato che noi abbiamo aperto nel 2018 e quindi ci ha negato il ristoro automatico, chiedendoci di dimostrare la differenza di fatturato tra aprile 2019 e aprile 2020. Peccato che ad aprile 2019 eravamo chiusi e quindi non abbiamo ovviamente fatturato”.

Il risultato di questa interpretazione dell’Agenzia quindi è stato nessun ristoro. Ma non finisce qui. Oltre a questo danno anche la beffa Il ristorante dovrà, infatti, pagare un contributo extra del 20% di tutte le casse integrazioni perché non possono dimostrare il calo di fatturato (visto che viene verificato sempre aprile su aprile). “Nonostante questo” prosegue Gerardo “e pur con un fatturato inferiore dell'80%, continuiamo ad andare avanti. Abbiamo le spalle larghe, i nostri ragazzi credono nel progetto e credono in noi, ma io non riesco proprio a tollerare questo senso di ingiustizia. È la cosa che proprio dà fastidio. Capisco che avremmo avuto diritto al minimo dei ristori e lo accetto. Ma non è la questione soldi in sé, bensì l’assurdità che emerge da tutta questa vicenda”. E Gerardo conclude mettendo, in evidenza un altro paradosso: “Se aprivi una partita IVA a gennaio 2020 ma non ancora il ristorante per qualunque motivo, ti prendevi 8mila euro di ristori”.