25 Gennaio 2021

Da domenica 24 gennaio la Lombardia è così tornata a essere zona arancione, tra colpe che vengono rimpallate tra Regione e governo. In attesa che venga fatta chiarezza definitiva, resta una certezza: a sollevare la questione è stato il sindaco di Peschiera, Caterina Molinari, che il 15 gennaio aveva segnalato ufficialmente al Pirellone, a Ats Città metropolitana e al prefetto il malfunzionamento del sistema di biosorveglianza, evidenziando che tutti i pazienti risultati positivi e inseriti da settembre in elenco, compresi i guariti o negativizzati, risultavano essere computati come infetti. E ora, il primo cittadino peschierese rincara la dose. “Nelle ore successive alla mia segnalazione la Regione ha sostenuto che l'errore era solamente tecnico e che in alcun modo ci fosse attinenza con l’inserimento della Lombardia in zona rossa. Ora scopriamo invece che non è così perché i dati forniti al Ministero della Salute erano viziati proprio da un problema nel conteggio delle persone realmente infettate dal virus”. Quindi per Molinari ci sono pochi dubbi su quale ente sia responsabile di sette giorni passati in zona rossa senza alcun motivo, con evidenti danni per l’economia lombarda. “Ho seguito dal principio della pandemia con estrema attenzione l’andamento dei dati, incrociando quanto segnalato dalle autorità sanitarie con la reale situazione della nostra città” prosegue il sindaco. “L’attenzione e la professionalità con la quale è stata gestita la pandemia a Peschiera hanno consentito di non perdere di vista quotidianamente i dati e di riscontrare in tempo reale il malfunzionamento del sistema di biosorveglianza, situazione che ha attribuito erroneamente la nostra regione in zona rossa per una settimana”.