06 Dicembre 2019

Chiunque abbia assistito all’ultimo consiglio comunale si è accorto che sono state discusse questioni che risalgono a quasi tre anni fa. Inevitabile chiedersi il perché e cercare di comprendere meglio le dinamiche che ruotano attorno alla macchina comunale e ai suoi rapporti di forza. «Il fatto che solo la settimana scorsa abbiamo affrontato temi risalenti ad aprile 2017 è emblematico e, sicuramente, non rappresenta la normalità», ha dichiarato Davide Toselli, capogruppo del M5S, protagonista involontario della vicenda con due sue interrogazioni che aveva presentato 2 anni fa. «La nostra linea dice che ogni cosa debba essere riportata in consiglio, il problema è che, da regolamento, non si possono discutere interrogazioni o interpellanze quando all’ordine del giorno sono presenti punti inerenti al Bilancio, cosa che accade ogni volta. Ho chiesto una deroga alla norma, o almeno che fossero istituiti consigli ad hoc, ma mi è stato negato». Una posizione netta, che si unisce a quella degli altri schieramenti di minoranza. «C’è il regolamento, ma ci dovrebbe essere anche il buon senso», ha commentato Luca Zambon per il Pd. «Oltre al problema che ha sollevato Toselli c’è una questione che riguarda la gestione delle sedute. Ormai non si fa più politica, ma si guarda solo al regolamento. Durante le comunicazioni io vengo attaccato, nonostante non sia consentito e magari io non sia fisicamente in aula. La presidente doveva evitare tutto questo, ma le interpretazioni del regolamento sono del tutto arbitrarie».
Questa la replica del presidente del consiglio Isabella Rosso: «I motivi per cui le interrogazioni e le interpellanze di Toselli vengono trattate in ritardo sono molteplici. Il regolamento dice che ogni consigliere può presentarne al massimo due per consiglio. Io capisco che lui sia l’unico esponente del M5S e che la loro attività si basi molto su queste interpellanze, ma non posso farci nulla. In più, lui è stato spesso assente, anche se per motivi più che plausibili. Questo ha portato a un accumulo che sto cercando di smaltire, chiedendo elasticità nella normativa ai capigruppo. Per quanto riguarda l’attacco a Zambon sono sinceramente amareggiata, purtroppo non sono a conoscenza delle comunicazioni che vengono fatte. Nella contingenza mi sono trovata a disagio, lo ammetto». Stesse motivazioni anche per Giancarlo Capriglia, capogruppo di Peschiera Riparte, che si dice pronto a ragionare su modifiche al regolamento, se necessario.
Mattia Rigodanza