27 Novembre 2020

L’Ausonia Calcio non ci sta e risponde attraverso il suo presidente, Mario Di Benedetto alle accuse di negligenza, recentemente lanciate da un dirigente dello Sporting L&B. “È bene fare chiarezza sulla vicenda che ci vede coinvolti, perché sono state dette molte falsità che rischiano di danneggiare l’immagine della società che rappresento”, tuona Di Benedetto. “Iniziamo con una cronostoria accurata. Al bando del 2013 per l’assegnazione dei centri sportivi Borsellino e San Bovio, lo Sporting L&B non poteva partecipare in quanto pesantemente moroso verso il Comune di Peschiera, così abbiamo deciso di scendere in campo. Il bando era molto oneroso e noi fummo gli unici a parteciparvi. Per noi l’importante era assumere la gestione del centro sportivo Borsellino e, in accordo con l’allora sindaco Luca Zambon, abbiamo deciso di stipulare una convenzione con lo Sporting per la gestione prima provvisoria e poi diretta del campo di San Bovio, in modo da tutelare la realtà locale e garantire continuità al lavoro svolto fino a quel momento. Infatti, nonostante nei mesi successivi abbiamo assolto ai doveri previsti dal bando che ci hanno imposto di ripristinare i bagni, omologare la tribuna, sistemare la recinzione perimetrale e rifare il campo in erba, noi non abbiamo mai messo piede all’interno della struttura. In tutto abbiamo speso circa 50mila euro senza mai interferire con le attività della società sportiva”. Ma cosa prevedeva, in termini di denaro, la convenzione? Secondo Francesco Sonzogni lo Sporting L&B negli anni a venire avrebbe versato decine di migliaia di euro nelle casse dell’Ausonia. “Sonzogni mente”, spiega il presidente dell’Ausonia. “La convenzione prevedeva 6mila euro all’anno fino al 2017 e 8mila fino al 2020, più le utenze che non hanno mai superato i 10mila euro e che, ovviamente, non finivano nelle nostre tasche. In tutto non hanno mai pagato più di 20mila euro l’anno, cifra assai inferiore rispetto a quella dichiarata dal dirigente dello Sporting. Inoltre, hanno anche subaffittato il campo in diverse occasioni, cosa totalmente illecita”. Secondo l’Ausonia ci sono anche altre situazioni in cui la società di San Bovio non è stata lasciata sola. “In primis il bar”, dichiara di Benedetto. “Più volte abbiamo incontrato il sindaco e gli uffici tecnici comunali per porre rimedio a una condizione di evidente abuso edilizio, ma purtroppo non ne siamo mai venuti a capo. Poi c’è l’accusa di non aver provveduto a tagliare l’erba. Ebbene, loro ci hanno consegnato le chiavi ad agosto, quando già a maggio ci avevano fatto sapere di non voler più rinnovare la convenzione. Se la richiesta del Comune di tagliare l’erba è arrivata prima della consegna delle chiavi, quando loro erano ancora dentro la struttura, a chi spettava il compito di provvedere? Ora il campo versa in pessime condizioni, un po’ come il Borsellino quando abbiamo vinto il bando. Per riorganizzare una scuola calcio ci vuole  tempo e personale adeguato, soprattutto in tempi di Covid. Anche la nostra società, pur avendo alle spalle una grossa struttura e una lunga esperienza, si trova in difficoltà a causa della pandemia. Sappiamo di persone interessate al centro sportivo di San Bovio e quando tornerà possibile fare progetti a lungo termine non mancheremo di assumerci le nostre responsabilità. È giusto però mettere in chiaro che noi allo Sporing L&B non abbiamo chiesto nulla di più rispetto a quanto previsto dagli accordi e sicuramente non siamo stati noi a cacciarli. A mio parere hanno semplicemente deciso di spostarsi a Linate in quanto per tre anni le utenze sono a carico del Comune e le spese di riqualificazione le ha prese in carico l’amministrazione, mentre noi abbiamo dovuto sborsare circa 700mila euro. Trattamenti diversi nei confronti di società sportive che agiscono all’interno della stessa città. Anche su questo bisognerebbe fare chiarezza”.

Mattia Rigodanza