07 Dicembre 2020

Sono ben 140 le firme che appoggiano la petizione protocollata lo scorso venerdì presso l’ufficio protocollo del Comune, ma i promotori assicurano che sono molte di più le persone che la condividono. Il testo è molto semplice e riguarda la annosa questione di Bellaria e la richiesta, sulle base delle ultime novità di “risposte puntuali e atti amministrativi trasparenti ed efficaci”. E aggiungono che: “Il tempo dei rimandi è finito. Il tempo degli scarica barile alle giunte precedenti è finito”.

E spiegano il motivo di questa petizione: “Dalla Prefettura di Milano mediante richiesta di accesso agli atti abbiamo finalmente ricevuto il verbale del tavolo tecnico dello scorso 15 settembre a cui il Comune di Peschiera Borromeo ha partecipato nella persona dell'architetto Gervasini insieme a Mapei, al Comune di Mediglia, al vigili del fuoco e ad altri soggetti interessati. Per noi la lingua italiana per fortuna mantiene nei secoli il pregio di essere chiara, puntuale, comprensibile a tutti. Ci sembra palese che le dichiarazioni di Mapei non fanno altro che confermare quanto da noi gridato da 2 anni a questa parte, ovvero che i perossidi, in base ai criteri aggiornati di classificazione, al reale potenziale di rischio, non sono più classificabili come esplosivi ma come sostanze infiammabili (incendio stazionario), declinando distanze di sicurezza rispetto alle aree di stoccaggio pari a 46 metri massimo. Posizione ci sembra completamente in sintonia con il parere dell'Ats dell’aprile 2019, confermato nel giugno del 2019, di assenza di elementi ostativi al completamento della piazza pubblica. A fronte di evidenze così chiare, dallo stesso documento della Prefettura, si evince come invece la posizione del Comune di Peschiera Borromeo continui a essere ostativa a una revisione delle aree di rischio, appellandosi ancora una volta a una parere che palesemente risulta non più coerente con la normativa vigente. Quindi, crediamo che il minimo obiettivo di questa amministrazione, per chiudere quantomeno in maniera decorosa il mandato, sia di prendere atto della realtà documentale, di rivedere il parere di diniego alla piazza dello scorso dicembre e fornire il massimo supporto per la realizzazione dell'opera in tempi stretti. Non possiamo accettare che la prossima campagna elettorale già in parte cominciata possa essere impostata sull'ottenimento di un risultato di minimo decoro urbano che avrebbe già dovuto trovare realizzazione in questi cinque anni”. Nella petizione viene chiesto anche un consiglio comunale urgente sul tema, la convocazione di una conferenza dei servizi in cui possano partecipare anche i cittadini e non solo il privato e gli enti pubblici e, infine, la visione dei documenti dell’attuale piano di rischio esterno Mapei e delle modifiche che sono in fase di discussione al tavolo tecnico presso la prefettura.