27 Ottobre 2021

Sostengono una sessantina di famiglie peschieresi, ma non solo, con pacchi alimentari settimanali, vestiti e altri beni di prima necessità. Ma fanno anche assistenza psicologica, aiutano le persone che hanno problemi di sfratti, danno una mano a chi cerca lavoro e anche a ragazzi che devono fare i compiti. Insomma l’impegno dei volontari della Brigata Lupo Rosso, nata durante il lockdown, e poi costituitasi in associazione, prosegue per i più bisognosi, svolgendo un vero e proprio servizio per la comunità.

Ma lo sforzo che compiono ha bisogno di un supporto anche istituzionale ed è questo l’appello lanciato da Shirin Reza Elahi, la portavoce della Brigata (al momento formata da una ventina di giovani volontari, quasi tutte ragazze): «In tutto questo tempo abbiamo usufruito di un locale deposito privato in un condominio di San Bovio che fa da magazzino, sede delle riunioni, luogo in cui il sabato avviene la consegna dei pacchi. Ora, però, questo posto non va piú bene, per molteplici motivi. Ad esempio vorremmo ridare indietro il locale al privato che gentilmente ci sta ospitando a titolo gratuito. E poi iniziamo ad avere problemi con qualche condomino. Ci sono state alcune lamentele e, purtroppo, anche qualche commento un po’ imbarazzante. A questo punto crediamo che le istituzioni dovrebbero ascoltarci e appoggiarci. In fondo portiamo avanti un impegno che spetterebbe a loro».

Con l’amministrazione che ha appena concluso la sua esperienza i rapporti non sono andati come speravano. «Quando abbiamo fatto presente le nostre esigenze, c’è stato risposto che non c’erano locali comunali a disposizione» prosegue Shirin. «È vero, ci sono stati dati dei fondi, ma la loro erogazione è stata problematica ed è arrivata solamente dopo alcuni mesi. Se l’Europa stanzia dei fondi che devono andare al terzo settore per operare, non ha senso farci attendere così a lungo». La speranza della Brigata era quella di trovare una soluzione prima che si arrivasse alle nuove elezioni, ma così non è stato, quindi la speranza è che la nuova amministrazione possa essere un intermediario in grado di assecondare le loro necessità. «Ci auguriamo che ci sia un dialogo propositivo, non possiamo svolgere certi servizi così delicati nello stesso locale» conferma la portavoce della Brigata.«È impensabile, ad esempio, avere lo sportello di ascolto accanto a dove i bambini fanno i compiti, e spesso li portiamo addirittura a casa nostra, o i volontari preparano i pacchi per le famiglie bisognose. In passato siamo stati trattati decisamente meglio da Città Metropolitana che ci aveva anche proposto uno spazio a San Donato Milanese che però abbiamo dovuto rifiutare: per noi era scomodo. E poi siamo tutti volontari peschieresi, ci sembrerebbe più giusto restare nel nostro Comune».