20 Maggio 2021

La polemica tra i consiglieri di minoranza Ronnie Basile  e Matteo Monga con il vicesindaco Saimon Gaiotto per le condizioni di abbandono in cui versa Villa Opizzoni non si placa. Dopo la visita-denuncia dei due esponenti dell’opposizione all’immobile e la replica al vetriolo dell’esponente dell’amministrazione, arriva la risposta di Basile e lo fa anche lui per punti, proprio come aveva fatto il vicesindaco. Per la precisione otto. Prima di riassumerli brevemente, la premessa del consigliere di Polo per Pioltello: “L'opposizione esiste per controllare l’operato dell'amministrazione e solo a Pioltello, forse per coda di paglia, un assessore anziché rispondere a legittime critiche, censura la tempestività di una verifica. Se ha il coraggio di dire che io svolgo con scrupolo il mio ruolo di consigliere solo in campagna elettorale, lo sfido a pubblicare i verbali di tutti i consigli comunali e commissioni da novembre 2019, momento in cui sono rientrato in consiglio, a oggi. Anticipo quale sarebbe il risultato: tra i consiglieri più presenti, quello col maggior numero di proposte e di interventi”. E ora entriamo nel dettaglio della replica. “Punto uno: villa Opizzoni non ha alcun problema di stabilità. Si entra col caschetto perché gli impianti sono staccati e per sicurezza generale. Punto due: il vicesindaco può rigirarla quanto vuole, ma lasciare per 5 anni la Villa in totale abbandono è una colpa grave dal punto di vista amministrativo. Punto tre: facciamo decine di interrogazioni e non va bene. Facciamo sopralluoghi e non va bene. Ma se la giunta avesse lavorato bene non servirebbero a nulla le nostre azioni. Punto quattro: se l'opposizione fosse rimasta in silenzio su villa Opizzoni, forse l'assessore sarebbe più sereno, ma i cittadini avrebbero comunque gli occhi per vedere lo stato reale delle cose. Punto cinque: in Villa Opizzoni abbiamo trovato opere d'arte buttate per terra o appese a caso su muri incrostati. In 5 anni non è riuscito neppure a pensare a questo e oggi viene qui a pontificare? Punto sei: in tempi ben lontani dalla campagna elettorale abbiamo dovuto sottoporre a Prefetto, Anac e Corte dei Conti la regolarità di atti dell'amministrazione e ne attendiamo l'esito. Questo perché pretendiamo un governo della città trasparente e decente. Punto sette: il Comune è la casa dei pioltellesi, non dell'assessore o di questa amministrazione. Noi ci siamo sottoposti al giudizio dei cittadini anche nel 2016 e agiamo in forza di un mandato ricevuto dagli stessi. Saranno sempre i cittadini tra qualche mese a decidere a chi consegnare le chiavi della Città, si chiama democrazia. E in democrazia noi continueremo a far sentire la nostra voce”.