10 Gennaio 2020

Rete ferroviaria italiana passa al contrattacco, in difesa dei suoi 9 manager e dipendenti coinvolti nel processo del treno deragliato a Pioltello la mattina del  25 gennaio 2018, che provocò la morte di tre donne e il ferimento di una cinquantina di passeggeri. La maxi consulenza disposta dalla Procura, che ha evidenziato come un pezzo da 23 centimetri di rotaia usurata si staccò e provocò la tragedia, non pare convincere i legali di Rfi. E, così, in una memoria messa  agli atti, viene reso noto di avere incaricato un consulente per compiere un’indagine tecnico-scientifica suppletiva con l’obiettivo di “ricostruire la marcia del treno nel percorso che va dallo svio all’arresto della corsa”. In pratica Rfi, responsabile della manutenzione dei binari, ipotizza che la colpa potrebbe anche essere del treno, la cui responsabilità ricade su Trenord.
Insomma, la memoria difensiva di Rfi punta a passare la palla sul lato del campo dove si trova la società che doveva controllare la manutenzione del convoglio. La sensazione è che siamo davanti a un processo che potrebbe durare parecchio, vista la delicatezza e anche le perizie che sono particolarmente complicate.