19 Maggio 2021

Il recente sopralluogo a Villa Opizzoni, per denunciarne lo stato di degrado effettuato dai consiglieri Matteo Monga (Progetto Civico) e Ronnie Basile (Polo per Pioltello) ha scatenato l’ira del vicesindaco Saimon Gaiotto, il quale ha replicato con una lettera fiume, in cui accusa senza mezzi termini i due esponenti dell’opposizione di fare solamente campagna elettorale e di essere poco informati. In sette punti Gaiotto risponde per le rime, senza andarci tanto per il sottile. Questo un riassunto del suo pensiero. Punto uno: se Villa Opizzoni è così importante perché non hanno sentito il bisogno di visitarla in questi cinque anni, ma di andarci solo a inizio campagna elettorale? Punto due: Monga è stato assessore al Patrimonio, come mai non si è accorto prima della situazione? Punto tre: durante la visita i due indossano il caschetto proprio perché la stabilità dell’edificio è in corso di verifica, grazie alle risorse messe in campo dalla giunta Cosciotti. Punto quattro: i due non dicono che la Villa è stata ripulita di gran parte delle masserizie e il tetto è stato messo in sicurezza e sistemato, avendo cura di riportarlo a come la Sovrintendenza chiede, cioè senza finestroni. Punto cinque: in consiglio comunale è stato detto che ci sono stati numerosi interventi ordinari sul patrimonio, tra cui 50mila euro per la sistemazione e messa a norma del tetto di Villa Opizzoni. Punto sei: per la destinazione futura, i due consiglieri sarebbero a conoscenza che per Villa Opizzoni occorre contemplare la presenza dei mini alloggi per anziani e disabili oggi presenti. Per cui, o ne si prende in considerazione una diversa dislocazione oppure tutto l’edificio dovrà necessariamente avere una destinazione sociale che sia rispettosa degli anziani. Punto sette: i sopralluoghi con la Sovrintendenza per Villa Opizzoni dicono che del vecchio fasto, le scelte interne alla struttura di fine anni 70 ne hanno violentato il valore. Per cui, prima ancora di ragionare sul suo utilizzo, sarà necessario completare l’analisi della Sovrintendenza che dirà come ristrutturare l'edificio, con quali limiti e quali ripristini. Gaiotto chiude il suo intervento affondando ancora di più nella polemica: “C’è poi un altro modo di occuparsi di patrimonio, in utilizzo o meno. Mettersi un caschetto in campagna elettorale e farsi due foto, alla faccia delle critiche sui miei selfie, omettere le difficoltà e il lavoro fatto. Ma siamo, per alcuni, già in campagna elettorale. Io non so dove trovino la forza, in questa fase così critica, di fare queste uscite mentre in tanti soffrono ancora. Io non ne ho il tempo”.