04 Novembre 2020

Il corpo della polizia locale di Pioltello ha voluto rendere omaggio a Renato Stucchi, un collega assassinato 44 anni fa (era il 3 novembre 1976) ricordando la sua storia sui social, sottolineando quanta professionalità e pericoli nascosti esistano nella professione di vigile. E vogliamo anche noi pubblicare la sua storia per commemorare una persona caduta mentre svolgeva il suo lavoro con serietà e passione. “È la tarda mattinata del 3 novembre 1976 quando una pattuglia degli allora vigili urbani di Pioltello, nel transitare nei pressi della stazione si avvede che un venditore ambulante di frutta e verdura ha occupato abusivamente un posto. Provvedono quindi a sanzionarlo. L’ambulante, risultato poi con precedenti penali, reagisce in modo abnorme, scagliandosi violentemente con un coltello contro Renato Stucchi, 29 anni, che sta scrivendo il verbale, colpendolo più volte. Colto di sorpresa, Renato non ha nemmeno il tempo per tentare una reazione, come nulla possono fare né il collega in servizio con lui, né il giovane figlio dell’ambulante. Renato Stucchi viene soccorso da un’ambulanza e trasportato all’ospedale di Cernusco sul Naviglio, ma muore durante il tragitto. L’assassino viene invece arrestato per omicidio volontario. Renato Stucchi era in servizio da 6 anni, e i colleghi parlavano di lui come uomo molto comprensivo. Lascia la giovane moglie e un bimbo di pochi mesi.
La strada è da sempre un luogo di lavoro particolare. Particolare vista l'umanità che si riversa su di essa con le proprie dinamiche, le proprie problematiche e le proprie contraddizioni. Chi poi sulla strada svolge un tipo di lavoro come quello di agente di polizia locale, sa bene che gestire ed interagire con questa umanità è spesso pericoloso quando non drammatico. Quanto accaduto al collega ed amico Stucchi ne è la inconfutabile prova. Inconfutabile ma non accettabile, né comprensibile. Non si può morire per avere elevato un verbale a chi era nel torto palese, a chi ha pensato di risolvere con un colpo di lama un contenzioso amministrativo. Non si potrà mai trovare pace né una consolatoria ragione nella morte violenta di un collega "reo" di svolgere il proprio lavoro. Per questo vogliamo onorare Renato Stucchi, un ragazzo semplice e volenteroso, attaccato al suo lavoro e alla sua divisa. Vogliamo che resti impresso nella memoria di chi lo ha conosciuto e di chi a lui è succeduto; vogliamo che la sua storia venga conosciuta da tutti”.