26 Gennaio 2021

Corsi e ricorsi che non possono lasciare indifferenti. Cinque anni fa, esattamente il 25 gennaio 2016 Giulio Regeni fu rapito subito dopo le proteste di piazza Tahir al Cairo, in Egitto e il suo corpo privo di vita e con evidenti segni di tortura fu ritrovato il 3 febbraio nelle vicinanze di una prigione dei servizi segreti egiziani. E in questi giorni cade anche l’anniversario della prigionia del 27enne egiziano Patrick George Zaki, attivista e studente dell’Università di Bologna, rientrato nel suo paese per un breve soggiorni e fermato dalle forze dell’ordine egiziane. Le accuse nei suoi confronti? A dir poco aberranti: diffusione di notizie false, incitamento alla protesta e istigazione alla violenza e ai crimini terroristici. Una vicenda che preoccupa e che fa temere un nuovo caso Regeni, non fosse che almeno questa volta i fari sono ben puntati fin da subito sulla vicenda. Sta di fatto che il giovane studente continua a rimanere in carcere e la situazione tocca la sensibilità di milioni di persone. Tra queste anche il sindaco Ivonne Cosciotti, la sua giunta e numerosi consiglieri comunali anche della minoranza. E così il sindaco ha fatto sapere di aver scritto una lettera ufficiale, firmata da tutti loro al presidente della Repubblica, al presidente del consiglio e al ministro degli Interni affinché venga fatta luce una volta per tutte sulle responsabilità della morte di Giulio Regeni e che si velocizzi il processo di liberazione di Patrick George Zaki.