12 Ottobre 2018

Prima udienza del processo con rito abbreviato nei confronti di otto imputati, accusati a vario titolo per l'esplosione di una bomba in una palazzina di via Dante, e primo colpo di scena. A quanto emerso, infatti, un testimone a favore dell'accusa sarebbe stato minacciato. A quanto pare un parente di una delle persone alla sbarra avrebbe fatto pressioni per ammorbidire le sue dichiarazioni.  L'esplosione risale esattamente a un anno fa, ottobre 2017, quando intorno a mezzanotte un ordigno, posizionato sul pianerottolo di un equadoriano, svegliò di soprassalto gli abitanti dei quattro piani della palazzina e, più in generale, i residenti della zona. Le indagini dei carabinieri fecero emergere che si trattava di un avvertimento legato a un prestito con tassi di usura assurdi, mai rientrato. Le forze dell'ordine, in tre distinti momenti, arrestarono otto persone, accusate a vario titolo di una serie di reati, che vanno dall'estorsione, usura e violenza privata, alla detenzione e porto di materiale esplodente aggravato dal metodo mafioso, porto e vendita illegale di armi e furto. La sentenza del giudice, salvo ritardi o rinvii di vario genere, dovrebbe essere emessa giovedì 8 novembre. Il pubblico ministero titolare dell'indagine è Paolo Storari.